REDAZIONE MONZA BRIANZA

Officina abusiva Seveso: non dichiara 500mila euro e la moglie prende reddito cittadinanza

L'attività irregolare è stata scoperta dalla guardia di finanza che ha effettuato il sequestro dell'attività e sanzionato l'imprenditore. La coniuge dovrà restrituire all'Inps la somma 23mila euro indebitamente percepita

Guardia di Finanza (foto di repertorio)

Seveso, 16 novembre 2022 - Riparava veicoli senza alcuna autorizzazione. La Guardia di Finanza ha individuato e sottoposto a sequestro amministrativo un'autofficina che operava in un quartiere periferico di Seveso. I finanzieri hanno rilevato, nel corso di accertamenti a un rivenditore di auto, in una adiacente proprietà privata non destinata ad uso commerciale, la presenza di macchinari e attrezzature meccaniche strumentali all'attività di  autoriparazione e carrozzeria, nonché ricambi e parti di veicoli smontati, di fatto, utilizzati dal titolare per effettuare un primo restyling e rendere più appetibili gli automezzi usati commercializzati.

Al momento dell'intervento presso la  concessionaria, le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro amministrativo, finalizzato alla confisca, i macchinari, le attrezzature e le parti meccaniche di veicoli smontati ovvero da smaltire rinvenute, segnalando il titolare alla Camera di commercio per l'applicazione di sanzioni  amministrative di cospicua entità. Contestualmente, riguardo ai rifiuti speciali presenti nel sito abusivo, i militari della compagnia di Seveso hanno attivato, per gli adempimenti di competenza, la polizia provinciale.

L'attività ispettiva, eseguita per i periodi d'imposta dal 2016 al 2021, ha consentito, inoltre, di accertare che il titolare dell'attività non aveva mai ottemperato agli obblighi dichiarativi ai fini fiscali, con ricostruzione ex novo di ricavi sottratti al fisco per oltre 500mila euro. Ma non è tutto. Più approfonditi accertamenti nei confronti del nucleo familiare dell'imprenditore hanno permesso agli investigatori di constatare l'indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte della moglie. La donna è stata denunciata alla Procura per mancata comunicazione sia della effettiva condizione reddituale ricostruita, sia delle numerose auto intestate al titolare della concessionaria, con conseguente segnalazione all'Inps per l'attivazione dei provvedimenti di decadenza, revoca, sospensione o riduzione dei benefici illecitamente erogati e l'avvio delle azioni di recupero del presunto indebito percepito per un importo pari a circa 23 mila euro.