"Non accada più a nessuno una tragedia come la mia"

Germano Rossi torna dopo il Covid a incontrare i ragazzi delle scuole. La testimonianza dopo aver perso il figlio di 20 anni in un incidente

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La missione che non si è mai interrotta e che dopo la batosta Covid riprende in classe: Germano Rossi è tornato a parlare di sicurezza stradale agli studenti brianzoli.

Ieri, per il padre di Paolo, morto a 20 anni con altri tre amici in una strage del sabato sera, l’appuntamento al Caravaggio di Monza.

Ai ragazzi del professionale commerciale, l’uomo simbolo dell’associazione Vittime della Strada sul territorio ha parlato innanzitutto di numeri: "Quattromila vite spezzate ogni anno in Italia, delle quali più della metà fra i 18 e i 30 anni, 20mila nuovi invalidi gravi che ingrossano le fila di un esercito che si allarga sempre più con un costo di 25 miliardi che lo Stato sostiene per le cure: denaro che se speso per la prevenzione cancellerebbe tanto dolore". Sono le cifre "di un bollettino di guerra" che non si esaurisce con le "croci per chi non c’è più", ma che per le "ripercussioni che la perdita comporta, coinvolgono almeno tre familiari stretti, consegnando alla sofferenza altre 12mila persone ogni 12 mesi". Dati spaventosi per un papà che non si è tenuto per sé il dolore, ma che ha sempre cercato "di metterlo a disposizione di migliaia di giovani" incontrati in questi anni nelle scuole, sui capi da calcio del Memorial Paolo Rossi e Amici perché dalla notte del 7 giugno 2003 anche la sua esistenza è cambiata. "E non certo in meglio", spiega con un filo di voce agli allievi che non si perdono una parola della testimonianza.

"Essere qui con loro dà un senso alla tragedia che abbiamo vissuto - aggiunge -. Con l’associazione ci battiamo perché non succeda più a nessuno".

"Solo la responsabilità che ognuno di noi deve mettere al volante insieme all’educazione stradale obbligatoria in ogni scuola può far diminuire queste cifre catastrofiche".

Un messaggio del quale gli adolescenti del Caravaggio sono diventati ambasciatori.

Come dell’altra grande verità "pagata a caro prezzo da tanti troppi ventenni: la vita è una sola e non si può metterla a repentaglio per una sera, perché può essere l’ultima".

Parole che sono arrivate dritte agli allievi e al preside Ivano Galbiati.

Nel cuore insieme a Paolo, Giorgia, Fabrizio e Luca, cancellati dallo schianto contro il guard-rail sul cavalcavia di Busnago in una terribile notte di primavera. L’utilitaria guidata da un quinto compagno, unico superstite, come un giocattolo rotto rimase in bilico dopo aver distrutto quattro vite in pochi istanti.

Barbara Calderola