"Noi, quattro poeti al bar nel Solco del dialetto"

Da trent’anni il concorso in lingua brianzola e lombarda tiene vive le tradizioni. Il Centro culturale Passamonti racconta la storia in un libro tra versi e ricordi

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di Fabio Luongo

Fine anni ‘80. Un gruppo di amici appassionati di poesia. I responsabili di una delle associazioni più attive della città. Un incontro ai tavoli di un bar di Biassono e l’idea di lavorare assieme sulla poesia e sul dialetto, forti anche dell’intesa coi coltivatori diretti del territorio. È nato così, trent’anni fa, uno dei più fecondi concorsi letterari dedicati alla poesia dialettale lombarda, una delle rare realtà di questo genere tuttora attive in Brianza. È la storia del premio Il Solco, che già nel nome porta il segno del rapporto stretto alle origini con i contadini del paese. Una relazione fin dall’inizio molto concreta, tanto che nella prima edizione della manifestazione c’erano stati per i vincitori "pure dei premi in natura, come una gallina – ricordano gli organizzatori –. Poi si è passati a dei più classici cesti, come premio culinario". D’altra parte il legame con la terra e il lavoro torna in tanti dei testi che hanno gareggiato nel corso degli anni. E viene testimoniato anche in una delle sezioni che compongono il libro appena dato alle stampe dal Centro culturale don Ettore Passamonti, che al Solco ha dato vita e l’ha portato avanti fin qui. Perché adesso a raccontare questa felice esperienza di trasmissione dell’identità, della cultura e delle tradizioni della Lombardia c’è anche un volume fresco di pubblicazione intitolato “Il Solco - Antologia ragionata 1990-2020. Concorso per poesie in dialetto lombardo“. È stato realizzato per celebrare e tenere ferma la memoria di una realtà che ha raccolto attorno a sé decine di autori e ha contribuito in maniera significativa a tenere viva, non solo sul territorio, la poesia dialettale. Nell’arco di tre decenni sono stati più di 2mila i testi poetici arrivati in competizione: 70, 80, perfino 90 composizioni ogni anno, scritte nei vernacoli della Brianza, delle province di Milano, Cremona, Lodi, Varese, Como, Lecco, Bergamo e Brescia.

"Il libro riunisce una selezione delle poesie premiate in questi 30 anni – spiega Marino Tremolada, per 23 anni presidente del Centro don Passamonti –. Sono 48 testi, suddivisi in 4 sezioni: Cuore, Fede, Affetti, Terra e lavoro, che sono i temi principali delle opere. L’intento era far girare queste poesie e far emergere l’umanità che c’è dietro i testi". "Nel 1989 – racconta – dall’incontro con Giuseppe Pozzi detto Gipo è nato un lavoro sul dialetto e nel 1990 c’è stata la prima edizione del Solco, partito in occasione della Festa del Ringraziamento dei contadini e dei coltivatori diretti: da qui il nome del premio. Poi il concorso è pian piano cresciuto, aumentando di importanza". L’antologia del Solco sarà presentata ufficialmente sabato alle 17 nella sala civica di Villa Verri, in un incontro pubblico con un intervento del poeta e scrittore Corrado Bagnoli sul tema “La poesia: inseguimento appassionato della realtà“.