Niente liste d’attesa per la cura dei pazienti oncologici

Ci pensa il reparto d’ufficio dopo l’intervento a fissare gli esami di controllo oltre alle visite e alle terapie

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di Cristina Bertolini

Niente più pellegrinaggi fra un ospedale e l’altro alla ricerca di un esame di follow up nei tempi definiti dal percorso di cura, dopo l’intervento per la rimozione di un tumore al seno, al polmone, al colon-retto o all’utero: ci pensa l’ospedale, d’ufficio. Finora il problema era che i sacri testi di medicina prescrivevano una tempistica, ma le liste d’attesa rimandavano ben oltre e chissà dove. Ats Brianza, con Regione Lombardia hanno avviato il progetto pilota (già in parte collaudato in Val Camonica) “Continuità della cura del paziente oncologico“, per la presa in carico dei pazienti operati all’Asst Monza, Asst Brianza (Vimercate), Policlinico di Monza, Asst Lecco e Mangioni Hospital, sempre a Lecco, per un totale di 1900 pazienti ogni anno. Per loro, l’ospedale che ha eseguito l’intervento, oltre alle visite e terapie di breve periodo, nella lettera di dimissione, fissa già gli esami a 12 mesi, per il tumore alla mammella (mammografia e visita di controllo) e poi quando la paziente torna si prenota direttamente la successiva, per 5 anni di seguito. Lo stesso vale per il tumore al colon retto (colonscopia e visita di controllo a 12 mesi e successivi), tumore al polmone (Tac e visita) e tumore dell’utero (vista ginecologica con ecografia a 3 mesi e poi a 6, per 5 anni).

Le prenotazioni a lungo termine sono già partite all’Asst Monza dal 15 agosto per tumore alla mammella, a seguire anche Asst Brianza e Policlinico dal 1’ novembre con i controlli sul tumore al colon retto e dal 1’ gennaio 2023 anche per il tumore all’utero e al polmone. Il progetto è stato presentato dal direttore di Asst Monza Silvano Casazza insieme al direttore sanitario di Ats Maurizio Panciroli, agli altri ospedali della cordata e alla vice presidente e assessore regionale al welfare Letizia Moratti. In Lombardia oltre 75 mila pazienti ogni anno vengono operati per una patologia oncologica. Gli interventi chirurgici oncologici sono aumentati, passando dal 60% a a fine 2020 all’80% di oggi. In particolare, l’ospedale San Gerardo è passato dal 62 al 95%. Il passo successivo è la presa in carico totale, nello stesso ospedale, senza scaricare sul paziente e familiari estenuanti ricerche.