"È importante che il sistema sanitario metta in campo azioni per la diagnosi precoce. Poi però servono anche prese in carico rapide. E questo non succede". Nico Acampora, papà di PizzAut, è la voce dentro al problema.
"I neuropsichiatri sono pochissimi e mancano spazi per le terapie, troppe famiglie rimangono sole dopo aver individuato il problema. Tante si rivolgono al privato, perché in questo ambito i livelli di assistenza pubblici non esistono, e si indebitano per pagare le cure. C’è qualcosa da rivedere". Il fondatore delle pizzerie di Cassina e Monza gestite da giovani autistici applaude "al coinvolgimento dei pediatri", ma aggiunge che occorrerebbe "occuparsi anche della scuola. I nostri figli – spiega – trascorrono tanto tempo fra i banchi, ma troppo spesso sono parcheggiati. Nonostante la buona volontà degli insegnanti, sono pochissimi quelli che hanno una formazione specifica. La realtà è che ci sono docenti di sostegno poco qualificati e comuni latitanti nel coprire tutte le ore di assistenza educativa previste nel piano individuale degli studenti aut. Fotografare la realtà è un passo essenziale, il punto di partenza – conclude Acampora – ma il problema è investire risorse economiche, professionali, umane per migliorare il quadro. Senza questi sforzi i monitoraggi diventano uno sterile esercizio di stile". Bar.Cal.