Nessuna estorsione, assolta la coppia accusata dall’innamorato deluso

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"Ero talmente invaghito di lei che continuavo a frequentarla anche se mi chiedeva sempre soldi. Poi però ha iniziato a presentarsi con un tizio che mi minacciava e mi facevano fare il giro dei bancomat. Mi sono sentito in balìa di loro e li ho denunciati". Per questa vicenda la Procura aveva chiesto al processo al Tribunale di Monza la condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno per una donna di 40 anni residente a Concorezzo e un tunisino di 50 anni che viveva con lei nel marzo del 2015 quando è stata presentata la denuncia da M.S., operaio 50enne di Usmate Velate. L’uomo si era costituito parte civile chiedendo 13mila euro di risarcimento dei danni. Ma i giudici hanno assolto gli imputati dall’accusa di concorso in estorsione. Secondo la ricostruzione fatta dalla parte civile, che sosteneva di essere stato fidanzato della donna, la cifra complessiva che i due imputati sarebbero riusciti a farsi consegnare sarebbe stata intorno ai 500 euro. La difesa degli imputati, rappresentati dall’avvocato Gianluca Paglino, invece, ha messo in dubbio l’attendibilità della presunta vittima di estorsione. Tra lui e la donna, secondo il legale, non era vero che ci fosse stata veramente una relazione sentimentale come lui sostiene. L’avvocato ha poi puntato il dito sul fatto che la prima denuncia l’operaio l’ha presentata contro ignoti e soltanto in seguito ha raccontato ai carabinieri la sequela di circostanze ora oggetto dei capi di imputazione. Il difensore degli imputati ha anche contestato la ricostruzione sui soldi prelevati analizzando il limite di prelievo giornaliero della carta bancomat del 50enne. Per capire cosa ha spinto materialmente i giudici ad assolvere "perché il fatto non sussiste", quindi con formula piena, i due imputati, che rischiavano una condanna pesante, bisognerà attendere le motivazioni della sentenza.

Stefania Totaro