REDAZIONE MONZA BRIANZA

Nel borgo medievale la guerra degli alberi

La scelta dei tigli non piace: i cipressi sarebbero più indicati visto il luogo dedicato alle rimembranze

"Ritorniamo orenesi. Sempre presenti", avvisa uno striscione bianco attaccato alla cancellata, non lontana dalla chiesa, che guarda la piazza del paese. In testa ad edificio è stato messo pure lo stemma di Oreno, ex Comune annesso nel 1929, in era fascista, a Vimercate, ma che ha mantenuto una sua forte identità.

Nel borgo medievale è scoppiata la guerra con il capoluogo per la scelta degli alberi con cui adornare la via Rota, la strada più importante di Oreno che corre vicino all’antico convento Francescano.

Lo striscione è solo uno dei modi in cui la frazione ha voluto far arrivare fino a palazzo Trotti la voce della sua protesta. Sono state mandate decine di email al sindaco Francesco Sartini e agli uffici comunali. La mobilitazione è partita dalla Consulta di Oreno, guidata da Piero Cantù, e ha coinvolto Dino Crippa il patron della tenuta La Lodovica. Crippa è uno dei più attivi nella contestazione e tra gli autori dello striscione.

"Tutto è cominciato - spiega – quando abbiamo scoperto il tipo di piantumazione che vogliono fare in via Rota. La consulta ha spiegato al sindaco che la posa di tigli è sconsigliata su quel tratto di strada, sia per il problema radici che daranno in seguito sia perché non consono ad un viale delle rimembranze. Il consiglio è quello di piantumare con cipressi piramidali", spiega Crippa.

"Ma il concetto di fondo è che quando il comune fa opere importanti deve sentire il Consiglio di quartiere e poi i cittadini. No si fanno le cose così. Siamo in democrazia. Inoltre contrassegnare il cartello stradale riportante il nome del Borgo con l’emblema originario, sarebbe un segno culturalestorico utile per percorsi turistici".

Tutto è cominciato quando è partito il cantiere per sistemare il tratto di Oreno della via Rota, la principale strada del borgo che lo collega al resto della città. Tutto bene perché l’intervento era atteso da tempo. Ora è partito pagato con i 700mila di contributo ricevuti dalla Regione dopo il lockdown di questa primavera per gli "Interventi per la ripresa economica".

Ant.Ca.