Ci sono pensionati che in un solo giorno sono capaci di giocarsi tutta la pensione. Ci sono famiglie rovinate che si spaccano, ci sono giocatori ludopatici il cui primo pensiero quando si alzano alla mattina e l’ultimo prima di andare a dormire è occupato dal demone del gioco, come provare a rientrare da debiti che riusciranno solo a peggiorare, normalissimi padri di famiglia, ma anche madri, che si improvvisano criminali.
Ladri, rapinatori, persino assassini. Uno degli ultimi casi di femminicidio in Brianza era stato perpetrato proprio da un giocatore patologico “lasciato“ dalla moglie estenuata dal nuovo mènage famigliare. A Monza la situazione è critica.
E la novità è che per occuparsi del problema, dopo la grande stagione di impegno civile che aveva portato il Comune di Mnza nel 2018 ad approvare un “Regolamento per la prevenzione ed il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito“, ora c’è un’arma in più. Un gruppo di agenti della polizia locale apposito.
Si è costrituito, su spinta del nuovo comandante della polizia locale Giovanni Dongiovanni e con il sostegno dell’assessore alla Sicurezza Ambrogio Moccia, lo scorso mese di luglio ed è costituito da quattro agenti con una particolare preparazione in materia coordinati dal commissario capo Gerardo Esposito.
"Il Gruppo ludopatie - spiega Esposito - attinge in pieno dal Nucleo polizia dei quartieri, quelli per costituzione più vicini alla gente con una missione precisa: contrastare il gioco d’azzardo patologico. L’obiettivo è proteggere i cittadini, effettuando controlli mirati nelle sale giochi e nei locali pubblici che ospitanoi apparecchiature per il gioco d’azzardo legale, come slot machine o Vlt, le cosiddette Video Lottery Terminal".
Il primo dovere del gruppo è quello di "cercare di promuovere una piena consapevolezza di quello che si sta facendo".
Atti concreti. "Abbiamo firmato patti di collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e a dicembre ospiteremo un corso base rivolto anche alle altre polizie locali del territorio a cui hanno già aderito 15 Comuni per fornire agli iscritti gli strumenti essenziali per occuparsi di questo settore, a cominciare dalla conoscenza basilare per sapere come funzionano gli apparecchi utilizzati per giocare e compendere perché sono così attraenti". Una task forze nella quale "ci sono esperti del settore, centri di volontariato, Ats. Il nostro compito è di intercettare le perone in difficoltà per il gioco patologico e indirizzarle verso le strutture dedicate nelle Ats. Perché il problema del gioco non riguarda solo i giocarori, ma anche le loro famiglie alle prese con quella che si configura come una vera e propria malattia".
Una battaglia a tratti improba, e gli strumenti a volte insufficienti, anche se "per contrastare il gioco patologico ci sono leggi ad hoc, come quella che consente ai Tribunali di bloccare i conti corrente dei giocatori, una misura nata all’interno della cosiddetta Legge Salva-suicidi". E dal 2025 entrerà nel vivo il primo approccio con l’università Bicocca, ci saranno ricercatori che andranno nei locali e nelle sale gioco a intervistare chi le frequenta abitualmente per comprendere meglio la molla che scatta nelle loro menti. Un meccanismo che può rendere dipendenti dal gioco fino a rovinare la propria esistenza e quella delle rispettive famiglie.