MARCO GALVANI
Cronaca

Monza moderna, 25 tappe all’ombra di Gio Ponti

Dal liberty ai primi edifici pubblici degli anni Sessanta, dal centro Rai al palazzo ex Upim, un percorso alle radici della città di oggi

di Marco Galvani

Monza scopre l’architettura moderna in occasione della prima Biennale nel 1923. Ma è l’edizione del 1930, affidata a Gio Ponti, a far conoscere "interessanti soluzioni architettoniche tra novecentismo e razionalismo, precedente importante alle successive realizzazioni architettoniche moderne".

Fino agli inizi degli anni Trenta a Monza dominava lo stile Liberty, nel ventennio tra le due guerre il centro storico della città subì una radicale trasformazione sulla scia dei criteri monumentali dell’epoca e anche dopo il conflitto rimane il tema della discontinuità, "le architetture dei maestri si impongono nel contesto con forti caratteri di stacco. E a partire dagli anni Cinquanta, nel pieno di grandi trasformazioni urbane, in città compaiono edifici sviluppati in altezza, in forte contrasto con il tessuto esistente. Rompendo totalmente le regole e privilegiando i corpi liberi, come il palazzo ex Upim di Vittorio Faglia in piazza Trento, il condominio di via Spreafico firmato da Gio Ponti o ancora il palazzo Oxford di Luigi Caccia Dominioni in corso Milano e il Centro di controllo Rai nel Parco di Monza sempre progettato da Ponti".

Enrica Lavezzari, presidente provinciale dell’Ordine degli architetti, svela la Monza ai più sconosciuta. Quella del Movimento Moderno. Quella che "la consuetudine di passeggiare a casa tua non ti fa vedere", riconosce il sindaco Dario Allevi.

Ed è proprio per "dare una prospettiva nuova per scoprire o riscoprire alcuni edifici di Monza dall’importante valore architettonico e culturale" che nasce il progetto Architetture Moderno Monza, un percorso attraverso 25 edifici costruiti tra il 1922 e 1976: davanti ad ogni edificio è stata posizionata una targa in metallo che riporta la denominazione dell’architettura, il nome dei progettisti e l’epoca o il periodo di realizzazione. Avvicinando il proprio smartphone alla targa, grazie al sistema Rfid (Radio frequency identification), sarà possibile collegarsi alla scheda pubblicata sul sito dell’Ordine degli architetti che racconta la storia di quell’edificio.

Certo, "Monza è famosa per la Villa Reale, il Duomo, l’Arengario o Santa Maria alle Grazie - le parole dell’assessora alle Politiche del territorio Martina Sassoli - ma la città è caratterizzata anche da edifici contemporanei, forse meno noti, ma di grande qualità architettonica e di valore culturale e storico. L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini alla tutela e alla salvaguardia del proprio territorio perché siamo convinti che l’identità di una comunità nasce e si consolida anche intorno al tessuto urbano". Un paesaggio che è "una risorsa finora non compiutamente valorizzata", riconosce Lavezzari.

Ora gli edifici contrassegnati dalla targa diventano così "pietre miliari di un percorso o di una mappa virtuale dell’architettura moderna monzese". Ecco le 25 architetture individuate a Monza, anche se "confidiamo di poter allargare il progetto a tutta la Brianza": edificio residenziale La Balossa (architetto Angelo Mangiarotti, 1972); edificio industriale Elmag SpA (Angelo Mangiarotti, 1964); Centro di controllo Rai (19501954) ed edificio residenziale via Spreafico (1961) progettati dagli architetti Gio Ponti, Alberto Rosselli e Antonio Fornaroli; chiesa di San Biagio (19631968), palazzo Oxford (1963), edificio residenziale via Cesare Battisti (1970), edificio residenziale via Albinoni (19631694), complesso Edilparco (19641966) firmati dall’architetto Luigi Caccia Dominioni; complesso parrocchiale Chiesa di San Giuseppe (architetto Justus Dahinden, 19721976); edificio residenziale largo Esterle (1963), edificio residenziale Le Grazie Vecchie (1963) dell’architetto Camillo Magni; edificio residenziale Grattacielo Domus (architetto Pino Galimberti, 1955); edificio residenziale via Liguria (19591963), edificio residenziale via Toscana (19571959) dell’architetto Drugman Fredi; complesso parrocchiale San Pio X (architetti Gustavo e Vito Latis, 19711975); edificio residenziale via Passerini (architetto Piero Borradori, 1935); edificio industriale ICAR SpA (architetto Piero Portaluppi, 1960); quartiere INA (architetto Vittorio Faglia, Mauro Terzaghi e Augusto Magnaghi, 19551955); edificio residenziale via Zanzi (architetto Vittorio Faglia, 1953); complesso scolastico scuola De Amicis (19611964), complesso parrocchiale Chiesa di Cristo Re (1966) dell’architetto Luigi Ricci; complesso scolastico Preziosissimo Sangue (architetto Arturo Peverelli, 19641968); edificio residenziale largo XXV Aprile (architetto Luigi Bartesaghi, 1935); edificio industriale Cotonificio ex Fossati (architetto Piero Portaluppi, 1922).