Monza, corsa di candidati per provare il vaccino

Oltre 100 persone in due giorni hanno risposto all’appello per trovare volontari da sottoporre alla sperimentazione anti-Covid .

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di Martino Agostoni

In maggioranza hanno tra i 45 e i 55 anni, ma non mancano anche i ragazzi neomaggiorenni tra cui tanti sono ventenni studenti di medicina, oppure specializzandi proprio dell’ospedale San Gerardo. Come numerosi sono i loro colleghi più anziani, medici con esperienza che si sono messi a disposizione, e particolarmente alta è la disponibilità a partecipare espressa tra il personale in servizio nell’Asst di Monza, sia tra quello sanitario sia non. Almeno l’80% delle candidature è locale, di residenti in Lombardia, ma sono state inviate richieste da tutta Italia, anche da Sicilia e Sardegna.

In meno di due giorni sono già oltre 100 i volontari che si sono candidati per sperimentare il vaccino anti-Covid italiano, quello prodotto dalla monzese Rottpharm Biotech e dalla romana Takis che ha nel San Gerardo, assieme all’università Bicocca, uno dei tre centri di ricerca scelti per la sperimentazione, oltre allo Spallanzani di Roma e all’istituto Pascale di Napoli.

Lunedì è iniziato lo screening per la selezione dei futuri candidati necessari al Centro ricerca di Fase 1 della Asst di Monza per provare sull’uomo il nuovo vaccino a Dna di Rottapharm-Takis e "in pochissimi giorni abbiamo ricevuto oltre 100 candidature – racconta Marina Cazzaniga, la direttrice del Centro ricerca del San Gerardo – Non mi aspettavo una partecipazione così entusiasta e soprattutto così numerosa. Molti volontari hanno dichiarato di voler fare qualcosa per la comunità, una mail in particolare mi ha commosso nella quale, un signore di oltre 70 anni, ha offerto il proprio contributo “per il bene e la sicurezza dei miei nipoti e della loro generazione”".

Una risposta maggiore rispetto alle aspettative che fa pensare di riuscire a raggiungere presto un migliaio di candidature, il numero atteso per avere sicurezza di poter selezionare sia il campione di 80 volontari idoneo per la sperimentazione della Fase 1 sia quello successivo di 200 volontari necessario per i test della Fase 2, che sarà poi quella conclusiva. A tutti coloro che hanno mandato la propria disponibilità verrà data una risposta "anche a chi viene subito escluso perché già nella mail che ci ha inviato sono segnalte patologie non compatibili con la sperimentazione – spiega la professoressa Cazzaniga – Servono soggetti sani o solo con patologie minori. Durante la prima fase di costruzione del registro dei volontari raccogliamo soprattutto informazioni sullo stato di salute del soggetto".

Entro metà autunno è prevista l’ultimazione della procedura per le autorizzazioni: allora sarà scelto il gruppo di persone ritenute idonee. Saranno coloro che "inizieranno lo screening vero e proprio dello studio presumibilmente a novembre – prosergue la direttrice del Centro ricerca – ossia una serie di esami ematici e strumentali, per definire al meglio le condizioni cliniche. Infine eseguiranno la somministrazione del vaccino e dopo 14 giorni saranno richiamati per prelevare un campione di sangue, da cui verranno estratti gli anticorpi. Sono questi ultimi che, in laboratorio, saranno posti a contatto con il virus attivo: se gli anticorpi estratti neutralizzeranno il virus, il vaccino avrà avuto successo". La Fase 1 sul primo campione di 80 volontari servirà per comprendere qual è la dose migliore di vaccino da inoculare perché sia efficace e produca la giusta risposta di anticorpi, né eccessiva né troppo debole e anche duratura. I volontari saranno divisi in 4 gruppi da 20 persone a cui saranno somministrate quantità diverse di vaccino. La previsione è concludere questa fase entro la primavera per poi far partire la Fase 2, quella che prevede la sperimentazione su un campione di ulteriori 200 volontari della giusta dose di vaccino trovata.

"In questo caso non è prevista una Fase 3 della ricerca – spiega la professoressa Cazzaniga – perché non ci sarebbe nessun altro farmaco o vaccino con cui comparare il nostro". Quindi la sperimentazione monzese dovrebbe concludersi entro la fine del 2021 e "non sarà andata a buon fine se troveremo che la risposta di anticorpi non è adeguata o è eccessiva – conclude la direttrice –, oppure non è duratura per garantire una buona validità nel tempo del vaccino".

Intanto la ricerca di candidati per la sperimentazione al San Gerardo prosegue fino al raggiungimento del numero di volontari neccessario ( candidature via mail a: dir.centroricerca@asst-monza.it) mentre, aggiunge Mario Alparone, direttore generale di Asst Monza, "stiamo procedendo spediti con grande determinazione all’arruolamento dei volontari dopo aver richiesto ad Aifa la necessaria autorizzazione".