Misinto, uccide il vicino di casa a colpi di pistola: condannato a 25 anni

La sentenza nei confronti dell'82enne Carmelo Volo, che lo scorso 20 giugno sparò a Bruno Piuri

Il luogo dell'omicidio a Misinto

Il luogo dell'omicidio a Misinto

Misinto (Monza Brianza) - La Corte di Assise di Monza ha condannato a 25 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato e porto abusivo di arma da fuoco Carmelo Volo, l'82enne di Misinto che il 20 giugno scorso ha scaricato 5 colpi di pistola contro il vicino di casa Bruno Piuri, 58 anni, perché sulla stradina privata che divideva le loro abitazioni l'anziano aveva notato quel giorno l'indesiderata presenza di un camion per gli spurghi.

Il pm della Procura di Monza Carlo Cinque aveva chiesto una pena di 23 anni. I difensori di parte civile che rappresentano i familiari e i parenti della vittima hanno ottenuto la condanna al pagamento del risarcimento dei danni con una provvisionale di 150mila euro ciascuno e hanno ottenuto in sede civile il sequestro a scopo conservativo della casa dell'imputato, ceduta alla badante "con un atto simulato di compravendita perché la donazione poteva essere impugnata dal figlio che lui voleva diseredare". Una ricostruzione che non è piaciuta all'82enne, collegato dal carcere al processo in videoconferenza. "I miei soldi li posso pure dare a un cane in bocca - ha detto Carmelo Volo - Io ho un figlio ma gli voglio lasciare solo gli occhi per piangere e così anche ai miei parenti. Con la mia defunta moglie abbiamo deciso di lasciare la casa alla badante a cui è stata venduta regolarmente". Il pensionato aveva subito confessato il delitto e al processo ha più volte pianto dichiarandosi pentito. La sua difesa puntava a ridurre la pena con la seminfermità mentale sostenendo che l'imputato era vittima di una paranoia sul passaggio nella stradina privata da condividere, che lo ha convinto di essere un perseguitato e di doversi liberare dei vicini di casa suoi persecutori. Dalle testimonianze al dibattimento è emerso che l'82enne negli anni Novanta, quando abitava a Cogliate, aveva sparato con una scacciacani contro il laboratorio di un altro vicino di casa perché faceva fumo bruciando i trucioli nella caldaia. La motivazione della sentenza tra 90 giorni.