
di Gabriele Bassani
Un nuovo intervento chirurgico eseguito nei giorni scorsi alla clinica Humanitas di Rozzano lascia intravedere uno spiraglio di luce per il futuro di Michaela Binato, 27 anni, di Limbiate che dal 23 settembre dello scorso anno è sprofondata all’improvviso in uno stato vegetativo persistente a causa di un aneurisma. Sta per tornare nella clinica Quarenghi di San Pellegrino Terme, dove da qualche mese prosegue con costanza le attività di fisioterapia che hanno cominciato a dare qualche minimo risultato. Segnali quasi impercettibili ma non per mamma Lucia, che non ha mai lasciato sola la sua terzogenita, così come papà Nazareno e le sorelle maggiori Shana e Ilenia, che vivono a Limbiate con le loro nuove famiglie e fanno la spola nella Bergamasca, dove i genitori si sono trasferiti stabilmente per stare più vicini a Michaela.
La vicenda di questa giovane donna ha scosso molti limbiatesi, che ben conoscono la famiglia Binato, in particolare nel quartiere Villaggio Giovi. Dopo il malore improvviso, il ricovero a Niguarda e la drammatica prognosi, è stata attivata anche una raccolta fondi per sostenere le cure a cui la famiglia vorrebbe sottoporre Michaela in una clinica privata di Innsbruck, dove lavora il dottor Leopold Saltuari, luminare della neurologia, che utilizza anche terapie farmacologiche sperimentali non ancora autorizzate in Italia. "Abbiamo mosso mari e monti per riuscire a ottenere questo intervento chirurgico con cui è stata posizionata una valvola per l’idrocefalo, passaggio indispensabile per poter avviare la nuova terapia e sperare in un percorso di recupero" racconta la sorella Ilenia Binato. "Prima dell’emergenza Covid abbiamo organizzato diversi eventi e con il passaparola e la solidarietà degli amici abbiamo già messo da parte 40.000 euro che però potranno coprire solo in parte i primi tre mesi di terapia, che hanno un costo di circa 100mila euro. Poi sono arrivate le difficoltà del lockdown e i problemi conseguenti, anche economici, per tutti, ma noi dobbiamo andare avanti con i nostri sforzi. Continuiamo a fare il possibile per riuscire a garantire a Michaela tutte le cure di cui avrà bisogno. Io mi sono convinta che non potrò riavere mia sorella al 100% come era prima, ma voglio fare tutto quello che posso per riportarla al massimo delle sue possibilità. Stiamo facendo tutti sacrifici enormi, ma le cure per Michaela oggi sono la nostra assoluta priorità". Quando è cominciato tutto, Michaela era in auto con papà.
All’improvviso ha avvertito un fortissimo mal di testa ed è calato il buio. Fu trasferita d’urgenza all’ospedale di Niguarda e subito operata. Seguì la degenza in ospedale a Garbagnate Milanese, dove le giornate scorrevano lente e senza segni di speranza. "Per caso un pomeriggio, dalla tv accesa nella stanza d’ospedale abbiamo appreso di questa clinica specializzata di Innsbruck e da quel momento ci siamo attivati, portando tutta la documentazione clinica e mantenendo un contatto costante con i medici. Fin dall’inizio ci hanno dato indicazioni incoraggianti sulle possibilità di recupero di Michaela, ma ci hanno anche detto dell’assoluta importanza della fisioterapia continua e di una stimolazione adeguata, che per fortuna abbiamo finalmente trovato nella clinica Quarenghi a San Pellegrino. Ora Michaela ci segue con gli occhi, è in grado di interagire almeno con lo sguardo. Ci sono piccolissimi segnali che per noi sono importantissimi e ci spronano a non arrenderci nella nostra battaglia". Per sostenere la famiglia Binato è attiva la pagina Facebook “Insieme per Michaela”.