"Meglio la vergogna che il sangue". Gli estorsori di Vimercate alla sbarra

La vittima sarà accompagnata in aula dai carabinieri che l’hanno salvata

"Meglio la vergogna che il sangue". Gli estorsori di Vimercate alla sbarra

"Meglio la vergogna che il sangue". Gli estorsori di Vimercate alla sbarra

"Meglio che diventi rossa per la vergogna prima di diventare rossa col sangue". Questa una delle minacce che una 57enne di Vimercate si è sentita rivolgere dagli aguzzini a cui si era rivolta in un momento di difficoltà, quando si era ritrovata con un debito con la banca di circa mille euro. Ma si sarebbe ritrovata nel giro di un anno a dovere restituire il triplo della somma, pretesa con minacce, telefonate e incontri per mantenerla "in una costante stasi di paura". Un incubo durato un anno, fino al novembre del 2022, quando due uomini sono stati arrestati dai carabinieri di Vimercate, mentre per una coppia è scattato il divieto di avvicinamento alla vittima. Che però ieri non si è presentata all’udienza preliminare davanti alla gup del Tribunale di Monza Elena Sechi, dove tutti gli imputati a vario titolo di usura ed estorsione hanno deciso di venire giudicati col rito abbreviato. Condizionato però da uno degli accusati a sentire la 57enne. La donna dovrà presentarsi alla prossima udienza fissata a febbraio, accompagnata da quei carabinieri che l’avrebbero salvata dalle grinfie degli strozzini. I fatti risalgono all’estate 2021 quando, dopo aver prestato mille euro alla donna i due arrestati si sarebbero accordati per una restituzione del capitale con 300 euro di interessi. La somma sarebbe però in poco tempo triplicata. E sarebbero scattate le minacce, anche con le app di messaggistica istantanea. Fino alla denuncia ai carabinieri.

In carcere era finito un 49enne, agli arresti domiciliari un 35enne già sottoposto alla stessa misura per un fatto analogo: vittima un ragazzo che aveva chiesto in prestito del denaro per rientrare di un debito per droga. A trovare la forza di denunciare, dopo aver trovato fuori di casa una bottiglia di Jack Daniel’s con all’interno due proiettili, era stata la madre. La coppia di coniugi di 36 e 33 anni in alcune occasioni sarebbe stata incaricata di riscuotere le rate. Per loro era scattato il divieto di avvicinamento alla vittima. Tutti sono imputati di concorso in estorsione aggravata, mentre il 49enne anche di usura aggravata, oltre che di possesso di segni distintivi contraffatti e porto di armi od oggetti atti ad offendere perché è stato trovato in possesso di una paletta catarinfrangente dei carabinieri, manette, un porta distintivo e un machete.

Stefania Totaro