STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

Mattone alla sbarra. Il pm chiede 8 anni per l’ex capo dell’ufficio

Con Antonio Colombo rischiano pene più basse altri tre imprenditori. L’inchiesta sulla presunta corruzione urbanistica è scattata lo scorso aprile.

Il cantiere finito sotto i sigilli nell’ambito dell’inchiesta a Usmate Velate

Il cantiere finito sotto i sigilli nell’ambito dell’inchiesta a Usmate Velate

Otto anni di reclusione per l’ex responsabile dell’ufficio tecnico Antonio Colombo e rispettivamente 4 anni e mezzo, 2 anni e 9 mesi e 1 anno e mezzo di reclusione per gli imprenditori Galdino Magni, Antonella Cantù e Donato Magni. Queste le richieste di condanna presentate ieri nella sua requisitoria dal pm della Procura di Monza Carlo Cinque per gli imputati della presunta corruzione urbanistica al Comune di Usmate Velate che hanno chiesto il processo abbreviato all’udienza preliminare davanti alla giudice del Tribunale di Monza Silvia Pansini. Per Colombo il pm ha chiesto precisamente 8 anni più 1 mese per una contravvenzione, l’interdizione dai pubblici uffici e dagli incarichi professionali per la durata della pena e anche la confisca del cantiere di via Manara già posto sotto sequestro lasciando sotto choc i 24 promissari acquirenti degli appartamenti realizzati dal costruttore Alberto Riva (a sua volta imputato ma che non ha scelto riti alternativi come altri imprenditori coinvolti) e ritenuto una lottizzazione abusiva. Costoro si sono costituiti parti civili insieme al Comune di Usmate Velate, che non è responsabile civile nei loro confronti.

Anche per gli imprenditori per cui sono state chieste le condanne il pm ha chiesto la confisca di somme e beni di cui è già stato disposto il sequestro al momento degli arresti. Ora si aprono le arringhe dei difensori degli imputati, che chiedono l’assoluzione o alcuni quantomeno l’ipotesi di corruzione di lieve entità o per atti non contrari alla pubblica amministrazione. Si torna in aula il 14 marzo.

Era il 29 aprile scorso quando i finanzieri del Comando provinciale di Monza avevano eseguito le ordinanze di custodia cautelare, tre in carcere e sei agli arresti domiciliari, emesse dalla gip del Tribunale di Monza Angela Colella. In carcere erano finiti Antonio Colombo e gli imprenditori Galdino Magni e Alberto Riva, mentre agli arresti domiciliari erano andati il “geometra di Silvio Berlusconi“ Francesco Calogero Magnano, gli altri imprenditori Antonella Cantù, Donato Magni e Luigi Roncalli e pure Annabella e Giovanni Beretta, rispettivamente compagna e cognato di Colombo.

Questi ultimi hanno chiesto di patteggiare le pene dopo avere risarcito i danni. I reati ipotizzati a vario titolo sono quelli di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, emissione di fatture per operazioni inesistenti e frode fiscale. Secondo l’accusa, il responsabile del settore territorio ed ambiente avrebbe trasformato la destinazione urbanistica, da agricola a produttiva ed edificabile, di alcune aree, con un evidente aumento del loro valore economico. In cambio di tangenti attraverso il pagamento di false fatture ad una società dei familiari di Antonio Colombo ma riconducibile al funzionario stesso. Per il costruttore Alberto Riva era poi scattata un’altra ordinanza cautelare in concorso con Antonio Colombo per un cantiere di tre palazzine di 3 piani in via di ultimazione in via Manara.

Con la conclusione delle indagini il pm ha fatto alleggerire tutte le misure cautelari per gli imputati, compreso Colombo, rimasto per quasi 4 mesi in carcere.