Massaggi hot e violenza Chiuso il centro a luci rosse

Cinese costringe la moglie a prostituirsi dietro a finte prestazioni per il benessere. Le indagini partite a ottobre dal ferimento a colpi di mannaia di un cliente deluso

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di Alessandro Crisafulli

Massaggi hot e poi il finale a sorpresa, con tanto di mannaia e, all’occorrenza, bastonate. Funzionava così, in un centro massaggi cinese nel cuore di Desio. Che nei giorni scorsi è stato chiuso, con il sequestro preventivo, dai carabinieri. Titolare dell’attività di via Garibaldi un cinese di 43 anni, con un curriculum denso di reati contro la persona, prostituzione, falsità personale e ingresso e soggiorno illegale in Italia. Il sequestro è arrivato a seguito delle indagini collegate a una grave aggressione avvenuta a ottobre nei confronti di un 22enne, originario del Kenya, residente nella Bergamasca. La vittima aveva riferito che nel corso della notte aveva contattato una donna, tramite un sito di incontri, per consumare un rapporto sessuale. Previo pagamento anticipato della prestazione, la raggiungeva - come concordato - all’interno del centro massaggi desiano, con i vetri oscurati. La donna si era rifiutata di concedersi come concordato e, alla richiesta del nordafricano di riavere i suoi soldi, lo aveva colpito con un bastone, con il supporto poi del marito arrivato armato di mannaia. Sul posto era arrivata l’ambulanza che aveva portato la vittima al pronto soccorso, con varie ferite e trauma cranico, guaribili in 20 giorni.

Le ricerche avevano permesso di risalire alla coppia cinese la cui base logistica era proprio il centro massaggi. All’interno è stato trovato vario materiale riconducibile all’attività di prostituzione, rendiconti e documentazione specifica, il bastone e la mannaia utilizzati dagli indagati, arrestati per lesioni personali aggravate in concorso e denunciati per violazioni in materia di immigrazione. Da quell’episodio efferato, il via alle successive indagini. Che hanno fatto emergere tutto il resto: la donna cinese di 37 anni era stata costretta da anni a vendersi tutti i giorni, fino a notte fonda, a uomini prevalentemente di età avanzata, con un trattamento aggiuntivo a luci rosse, naturalmente dietro pagamento di una somma variabile dai 20 ai 50 euro a seconda della prestazione. Tutti i proventi sia dei massaggi sia dei trattamenti extra, venivano incassati esclusivamente dal titolare del centro, il marito, che aveva reclutato la donna per svolgere l’attività di prostituzione sotto la copertura di prestazioni legate al benessere, all’interno del finto centro massaggi.