
di Martino Agostoni
Monza continua a crescere e nell’ultimo anno ha raggiunto il record di popolazione superando per la prima volta nella sua storia i 124mila abitanti. Un traguardo soprattutto psicologico per aver passato la soglia dei 123mila che in passato è stata raggiunta molte volte, oltre a essere un guizzo rispetto a una situazione demografica pressoché ferma da oltre un ventennio, sempre in oscillazione tra i 120mila e i 123mila residenti. Inoltre nel traguardo dei 124mila monzesi si può leggere un indicatore della tendenza di voler venire a vivere nella città di Teodolinda. Perché la crescita non è merito dei monzesi autoctoni ma di chi monzese è diventato. E in questo gli arrivi dall’estero degli stranieri sono un elemento chiave, assieme alla loro tendenza a fare figli rispetto agli italiani, ma ancora di più conta l’immigrazione da altre zone d’Italia. Nell’ultimo anno sono stati 5.303 le nuove iscizioni all’anagrafe comunale di cittadini immigrati e tra questi 4.020 erano di persone trasferite da altri territori nazionali mentre sono stati 1.019 gli arrivi dall’estero. E rispetto a chi invece se n’è andato da Monza, in totale nel 2019 gli addii sono stati 4.291, il saldo è positivo con 610 nuovi residenti: segno dell’attrattività del capoluogo brianzolo.
Ma dopo i segni positivi del fenomeno migratorio, il resto dei dati sulla demografica monzese indicano una crisi. Con Monza che manifesta tutti i problemi tipici di società occidantali poco dinamiche, e dell’Italia in particolare, dove ci sono un invecchiamento progressivo della popolazione, l’allargamento delle comunità migranti e diminuzione di quelle autoctone, famiglie sempre più piccole, scarso ricambio generazionale e bassa natalità. Sono fenomeni che trovano come principale freno il contributo dato dalla parte straniera della popolazione, mediamente più giovane, attiva e prolifica. E a Monza nel 2019 gli stranieri sono aumentati non solo per i nuovi arrivi dall’estero ma anche per i nuovi arrivati in famiglia. Dei 124.051 residenti a Monza del 2019 (rispetto ai 123.819 del 2018) gli stranieri sono 16.239, pari al 13% degli abitanti, e in aumento di 232 persone rispetto ai 15.955 del 2018.
Dopo gli anni 2000 di rapida crescita delle comunità straniere in città, dal 2010 si assiste a una stabilizzazione con una crescita di residenti non italiani lenta (nel 2014 e 2016 c’è pure stato un calo) e a influire, più del saldo migratorio, è la natalità. Perché ormai da tempo a Monza i confini di Stato si sono spostati nelle sale parto degli ospedali. E nel 2019 si è registrato un nuovo record: il 27% dei nati in città, più di un bambino ogni 4, è figlio di genitori stranieri, quindi sono tutti nuovi concittadini iscritti all’anagrafe con cittadinanza non italiana. Il dato diventa ancora più significativo se confrontato con l’andamento generale dalla natalità in città, da decenni in continuo calo fino ai minini raggiunti degli ultimi anni con numeri sempre inferiori ai 1.000 neonati all’anno da 2013 a oggi: in totale nel 2019 i neonati monzesi sono stati 923 di cui 250 non italiani per legge.
È una crisi delle culle che, assieme ai cambiamenti demografici e al saldo migratorio, è presentata nell’ultimo aggiornamento di “Bilancio demografico di Monza”, lo studio sulla popolazione residente in città pubblicato ogni anno dall’ufficio Statistica del Comune. Il nuovo studio raccoglie i dati Istat fino al 31 dicembre 2019 ma quest’anno è stato presentato in estate, in ritardo rispetto al solito, perché alcuni dati sono ritenuti ancora provvisori in attesa del loro allineamento con i valori raccolti nell’ultimo censimento permanente.
Intanto però la fotografia di Monza è chiara: è una città sempre più anziana e socialmente lenta, ma anche allargata e attrattiva, ed è grazie a quest’ultima qualità che riesce ad avere ancora elementi di dinamicità portati da chi arriva da fuori e sceglie di diventare monzese.