Madre uccisa, Procura cauta sulla perizia psichiatrica

Il dramma di Aicurzio: il giovane ha infierito sulla mamma, ma tanto orrore non convince sul fatto che Davide sia stato mosso da un raptus di follia

di Stefania Totaro

È prevista per domani all’Istituto di medicina legale di Milano l’autopsia sul corpo di Fabiola Colnaghi, la casalinga 58enne uccisa in casa a calci e pugni dal figlio. Mentre la Procura prende ancora tempo sulla decisione di sottoporre il 23enne killer reo confesso Davide Garzia ad una perizia psichiatrica.

La perizia autoptica disposta dal pm della Procura di Monza Marco Giovanni Santini ha l’obiettivo di accertare quali tra le tantissime ferite e fratture possa avere causato il decesso della donna e a quando risale la sua morte rispetto all’ora di pranzo di giovedì scorso, quando il figlio ha telefonato ai carabinieri dicendo "venite, ho ucciso mia mamma".

Ma non sarà un lavoro facile per i medici legali perchè il giovane ha infierito davvero brutalmente sulla madre, colpendola alla testa, all’addome e nelle altre parti del corpo. Per poi fare anche vilipendio del cadavere, tagliandole i capelli con una forbice, cospargendone il viso di candeggina e scrivendole parolacce sulle gambe.

Una sequenza di scene da film dell’orrore che però fino ad ora non hanno ancora convinto gli inquirenti sul fatto che Davide possa essere stato mosso da un raptus di follia. Molti infatti sono i particolari che non riescono a fare escludere l’ipotesi di un born out, di uno scoppio improvviso di rabbia che non deve essere per forza legato a problemi psichiatrici. Innanzitutto il 23enne si è dimostrato sempre perfettamente lucido, nella telefonata ai carabinieri, nel racconto di quanto ha commesso fatto nell’immediatezza dei fatti in caserma davanti al pm e poi ripetuto davanti al gip del Tribunale di Monza Marco Formentin all’interrogatorio di garanzia. Entrambi i magistrati non hanno preso in considerazione l’evenienza di fare ricoverare il giovane in un reparto psichiatrico, tanto che il 23enne è stato condotto in carcere dopo l’arresto e dietro le sbarre ha disposto che dovesse restare il giudice dopo l’udienza di convalida.

Dall’altro lato, però, nessuno tralascia altri elementi che potrebbero fare pensare a disturbi quantomeno psicologici di Davide, che 7 anni fa è stato in cura per crisi depressive. Altrettanto lucidamente il 23enne ha parlato di un complotto che a suo parere la famiglia avrebbe ordito contro di lui. "Mi diffamavano in paese", facendo intendere che i familiari parlassero male di lui in una piccola cittadina dove tutti si conoscono.

Una circostanza che non ha trovato conferme tra parenti e conoscenti (anche se più di una persona ad Aicurzio ammette che il ragazzo "non stava bene") e che quindi potrebbe anche essere il frutto di una mente malata che si sente vittima di una cospirazione.

Il giovane ha anche accusato la mamma di non capire e di disinteressarsi ai suoi problemi, quindi di averla "punita per la sua indifferenza" nei suoi confronti. Tanti aspetti borderline di una mente complessa che varrebbe comunque la pena analizzare. Ma gli inquirenti vogliono prima recuperare e analizzare la documentazione sanitaria del giovane e anche attendere che arrivi dal carcere una prima valutazione psicologica.