CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Ma per fortuna che c’era il Gaber. Gioele Dix scopre il genio inedito

Con la Fondazione intitolata al cantautore e artista ha ripescato brani e monologhi dimenticati. Al teatro Manzoni di Monza uno spettacolo in collaborazione con due musicisti al piano e alle chitarre.

Ma per fortuna che c’era il Gaber. Gioele Dix scopre il genio inedito

Ma per fortuna che c’era il Gaber. Gioele Dix scopre il genio inedito

Un insolito itinerario all’interno del teatro-canzone di Gaber e Luporini, in cui si intrecciano brani conosciuti del loro repertorio con musiche e testi variamente inediti: versi mai musicati, canzoni mai eseguite dal vivo, monologhi abbozzati e mai completati, riscoperti grazie all’apporto della Fondazione Gaber. È “Ma per fortuna che c’era il Gaber“ di e con Gioele Dix, drammaturgo e regista.

Sarà al teatro Manzoni, nella sezione “Altri percorsi“ martedì 26, alle 21. Elaborazioni da musiche e testi di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber. Gioele Dix rende omaggio al talento di Gaber in occasione del ventennale della sua scomparsa. L’artista è da molti considerato come il migliore interprete delle aspirazioni di giovani che "stavano cercando, magari con un po’ di presunzione, di cambiare il mondo". Grazie alla sua sensibilità Gaber, insieme a Sandro Luporini, ha saputo intercettare gli umori di una generazione vitale, polemica, inquieta. “Ma per fortuna che c’era il Gaber“ è dunque uno spettacolo assolutamente speciale, appassionato e originale, nel quale convivono sorprese e rievocazioni personali, brani d’annata e bozze di canzoni tipicamente alla Gaber-Luporini. In scena nella doppia veste di attore e di cantante, Gioele Dix è accompagnato da Silvano Belfiore al pianoforte e Savino Cesario alle chitarre, entrambi complici da anni delle sue affettuose scorribande gaberiane. Sin dall’inizio si entra nel “mood“ sfrontato e ironico di Gaber, con “I borghesi“, segui “Ci sono dei momenti“, altro momento di introspezione. Non è il primo tributo che Gioele Dix fa al grande uomo di spettacolo, ma in questo, il protagonista in lcollaborazione con la Fondazione Gaber ha trovato dei testi inediti, che trovano la luce perché non vadano persi. Ne “I cani sciolti”, i dubbi e le incertezze su quel che si faceva in certi anni riaffiorano. C’è spazio per un monologo, anch’esso inedito, “Ottobre”, dedicato alla rivoluzione fisica e intellettuale tanto attesa e mai arrivata, e per “La razza in estinzione”, dove emerge la consapevolezza di non esser riusciti a far diventare realtà la voglia di ribaltare tutto. “Un’idea”, uno dei brani simbolo di Gaber, anticipa di fatto i bis: il medley con “Torpedo blu”, “Cerutti Gino“, “Barbera e champagne“, “Il Riccardo“, per finire in grande bellezza con “Com’è bella la città“ e “Lo shampoo“, tentativi, allora come oggi, di risollevarsi da un mondo e da uno stato mentale proprio complicati. Biglietti: da 17 a 30 euro.