GUALFRIDO GALIMBERTI
Cronaca

L’urbanistica “tattica“. Il Politecnico ridisegna le piazze dimenticate: "Più decoro e vitalità"

Seregno si affida agli studenti per pianificare gli interventi. Le aree individuate sono nei rioni di San Carlo e Sant’Ambrogio.

L’urbanistica “tattica“. Il Politecnico ridisegna le piazze dimenticate: "Più decoro e vitalità"

L’urbanistica “tattica“. Il Politecnico ridisegna le piazze dimenticate: "Più decoro e vitalità"

La città diventa un laboratorio urbanistico del Politecnico di Milano. Al prestigioso ateneo lombardo, inserito stabilmente dagli addetti ai lavori tra le università migliori e più prestigiose di tutto il mondo, l’incarico di ridisegnare gli spazi pubblici, valorizzarli, renderli più funzionali. Naturalmente con un vantaggio per tutte le parti in causa: da una parte l’amministrazione comunale che beneficia dei servizi di un partner di livello internazionale, dall’altra parte il Politecnico che ha la possibilità di lavorare concretamente su un territorio invece di limitarsi a studi astratti. E, infine, vantaggi anche per gli stessi studenti, perché possono già mettersi alla prova sul campo con un lavoro che ha molto da insegnare e che costituisce già la prima riga importante del loro curriculum.

Il corso è curato dai docenti Massimo Duroni, Davide Motta e Piero Pozzi, con i tutor Chiara Davoli e Laura Zani. A loro e agli studenti il Comune chiede di proporre soluzioni di “urbanismo tattico“, ovvero rendere riconoscibili alcuni spazi pubblici che, attualmente, non svolgono per i più svariati motivi la funzione per cui originariamente erano stati progettati. Per iniziare sono già stati individuati quattro luoghi. Piazza Matteucci a San Carlo nel tempo non è mai riuscita a trovare una sua identità: considerata in parte corte lombarda, in parte piazza, ma anche attraversamento stradale. L’amministrazione comunale, in collaborazione con BrianzAcque, ha già deciso di riattivare la fontana. Al Politecnico il compito di aggiungere ciò che serve per trasformarla. Nel quartiere di Sant’Ambrogio tre gli spazi da rivedere. Il primo è costituito da piazza Fari che ha alle sue spalle una sua storia di degrado, anche di rinascita, ma che a tutti gli effetti non è un luogo particolarmente vissuto dalla collettività.

Finora il Comune si è limitato ad abbattere alcune strutture per rendere l’area più visibile e controllabile, ma serve ben altro per renderla più fruibile e accogliente. Il chiostro di piazza Senses è un giardino urbano inserito all’interno di un contesto di palazzine residenziali, un ambito che si è rivelato chiuso, non raggiungibile e dove neppure la posa di un gioco per bambini si è rivelata idonea e funzionale alla valorizzazione dell’ambito di prospettiva di aggregazione. Lo stesso discorso vale per l’arena in via Papini: area semplice e ben poco attrattiva, non è percepita come spazio utile dalla collettività. Nei giorni scorsi Giuseppe Borgonovo, assessore all’Urbanistica, ha incontrato gli studenti per dare un inquadramento dei quattro ambiti, definiti "autentici non luoghi", che bisogna ripensare. A breve per gli studenti e i loro docenti ci sarà anche un sopralluogo alla presenza dei Comitati di Quartiere, che parteciperanno attivamente alla riprogettazione degli spazi facendo le loro osservazioni per evidenziare criticità e aspettative.