
La posa delle pietre di inciampo
Una pietra d’inciampo per Carlo Fumagalli, il marinaio di Cascina Foppa arrestato sul fronte greco dopo l’Armistizio e morto nel campo di prigionia di Redi, in Ucraina, nel 1945. Vimercate recupera la memoria del fuochista arruolato sui sottomarini di pattuglia nel Dodecaneso, la cerimonia il 5 maggio nei giardini dedicati a Carlo Maria Martini in via Cremagnani.
La data non è casuale, la città l’ha scelta da tre anni per onorare i propri martiri "perché segna la liberazione dei campi di sterminio di Mauthausen e di Gusen, dove morirono molti brianzoli: partigiani e operai".
"Riportare alla memoria significa non dimenticare, raccontare vuol dire tramandare e divulgare significa educare", ha detto Luca Santambrogio, presidente della Provincia, sulle celebrazioni del 25 Aprile. E il Comitato brianzolo Pietre d’Inciampo ha riannodato i fili della vita del giovane militare vimercatese "perché non vada perduta". Un antidoto all’odio lasciato in eredità da chi ha pagato il prezzo più alto al regime. Fumagalli, classe 1923, era partito per il fronte poco più che maggiorenne. Dopo l’8 settembre si schierò contro i tedeschi in attesa degli inglesi, ma dopo 52 giorni di combattimenti davanti alla schiacciante superiorità del nemico, gli italiani capitolarono. E lui, insieme ai suoi compagni di battaglia, fu destinato ai lavori forzati in uno stalag nelle miniere di Bor, in Serbia. Con la liberazione jugoslava da parte dell’Armata Rossa, i sovietici decisero di trasferire gli italiani sul proprio territorio, a Reni, al confine con Romania e Moldavia. Carlo morì di tubercolosi il 20 giugno 1945.
A raccontare cosa gli accadde, un commilitone di Vicenza, sopravvissuto: scrisse alla famiglia del ragazzo e la lettera è conservata negli archivi comunali. Scopo del lavoro del Comitato è "conservare e trasferire alle giovani generazioni la memoria delle vittime della barbarie nazista e fascista durante la seconda guerra mondiale, deportate e uccise perché ebree oppure, come nel caso di Fumagalli, perché considerati nemici della dittatura". A realizzare la pietra in onore di Carlo, lo scultore Gunter Demnig, padre del progetto. La cerimonia sarà il 5 maggio alle 18 ai Giardini Martini. Vimercate ha altre due pietre d’inciampo in ricordo dei propri militari: Vincenzo Vergani e Francesco Casiraghi.