REDAZIONE MONZA BRIANZA

L’ossigeno della vita è firmato dalla Sapio

L’azienda fornisce 300 nosocomi i tra i quali quello in Fiera a Milano dove sono stati allacciati 200 letti

La crescita dei malati Covid sembra inarrestabile. Così l’Ospedale in Fiera non solo riapre a Milano ma amplia i suoi posti letto. Lo fa sapere il Gruppo Sapio, leader nella fornitura di gas medicali, che ha fornito serbatoi e impianti per portare l’ossigeno ai potenziali 150 pazienti durante la prima ondata.

"In questi giorni abbiamo ripreso i lavori per ampliare la disponibilità, che a regime sarà di oltre 200 posti letto", scrive Sapio spiegando che: "A differenza del progetto iniziale, l’ospedale all’ex fiera avrà un reparto di terapia intensiva e uno di sub intensiva per malati Covid e tutte le strutture necessarie di appoggio".

Il Gruppo Sapio insieme ad Allianz questa primavera aveva partecipato alla gara di solidarietà per allestire la terapia intensiva negli spazi della ex Fiera.

Nello stabilimento di Caponago sono stati preparati i serbatoi che attraverso i i tubi di rame portano l’ossigeno, trasformato da un vaporizzator dallo stato liquido a quello gassoso ai pazienti. Uno era stato costruito durante il lockdown anche per la nuova terapia intensiva da campo dell’ospedale San Raffaele. E un secondo serbatoio dal 20mila litri, con una portata doppia rispetto a quello esistente, in primavera è stato collegato all’ospedale di Vimercate per triplicare la disponibilità di ossigeno medicale ai malati Covid bisognosi di assistenza respiratoria. Sempre Sapio, fondata nel 1922 a Monza da Pio Colombo e Piero Dossi, ha fornito nuovi impianti di ossigeno medicinale agli ospedali di Piacenza, Palermo, Alzano e Seriate, gli ultimi due in provincia dio Bergamo. Dal 2010 è presidente Alberto Dossi, esponente della seconda generazione degli imprenditori monzesi, vicepresidente è Maurizio Colombo. Nel 2019 ha fatturato 550 milioni di euro con 1.800 dipendenti e 55 filiali in Italia e nel resto del Mondo.

Ogni giorno l’azienda brianzola, con base a Caponago, riempie del suo ossigeno, il fabbisogno è aumentato del 200% dall’inizio della pandemia, i serbatoi di 300 ospedali, molti dei quali in zone a rischio senza contare le bombole portate a domicilio. Un lavoro invisibile e allo stesso tempo indispensabile.

"È una parte che non finisce sotto i riflettori - ha scritto Sapio per ringraziare i suoi dipendenti - di cui si parla poco. È quella parte di noi che va nelle case di chi è affetto da coronavirus o di chi è vincolato a letto e ha il timore del contagio; è quella parte che risponde ad un parente esausto perché vede l’ossigeno finire e lo rincuora, lo aiuta, gli dà calore; è quella parte che si fa in quattro per trovare una bombola in più per un medico che non sa a che santo votarsi".

Antonio Caccamo