L’ospedale delle donne In corsia e non solo la cura è femmina E ora fa anche carriera

Rappresentano il 76% del personale complessivo dell’Asst Brianza. Il direttore generale Marco Trivelli: lavorano in modo preciso e accurato.

L’ospedale delle donne  In corsia e non solo  la cura è femmina  E ora fa anche carriera

L’ospedale delle donne In corsia e non solo la cura è femmina E ora fa anche carriera

di Barbara Calderola

In corsia e dietro le quinte, la sanità sul territorio è femmina.

La rivoluzione è scritta nei numeri: il 76% del personale dell’Asst Brianza - la prima azienda della provincia - è donna.

Su 4.137 dipendenti, 3.138 sono mogli, madri, single. Una presenza importante anche in posizioni di comando: il 35% è ai vertici di strutture complesse e gli innesti sono continui. E ci sono équipe rosa famose, come quella di Adriana Sartirana, 62 anni, alla guida della lotta contro il tumore al seno a Desio.

"Meticoloso e accurato". Così il direttore generale Marco Trivelli definisce l’esercito rosa al servizio dei pazienti: "Non che gli uomini non lo siano – aggiunge – ma la femminilità è un tratto importante dell’accoglienza che in fondo è la nostra prima missione. Questa presenza così massiccia è un cambiamento epocale. Finalmente le donne hanno accesso a carriere faticose dal punto di vista della formazione e del lavoro non più solo in posizione di assistenza, ma di responsabilità crescente".

La svolta fa emergere un nodo cruciale: "Nella cura adesso i problemi sono legati al servizio 24 ore su 24 e alla conciliazione casa-lavoro. Il ritmo è così serrato che molte lasciano l’ospedale per il territorio, dove non ci sono turni di notte, né l’obbligo di presenza nel weekend". Ma l’altra faccia della medaglia è che proprio la nuova rete che si prova a costruire lontano dai reparti per alleggerirli, "offre molte chance al personale femminile: è uno spazio in più". I dati crescono anche grazie "allo sblocco delle assunzioni, in un anno abbiamo ‘arruolato’ 160 nuove figure in tutte le posizioni, da oss a medici".

Un regolamento sullo smart working ha spinto "l’ulteriore affermazione delle donne, ma dobbiamo migliorarci sul part-time: siamo ancora troppo rigidi nell’accordarlo. L’ottica è sempre la stessa: favorire l’occupazione rosa". Anche per far fronte alla mancanza di infermieri.

"È questa l’emergenza per quanto ci riguarda – sottolinea il dg –. Quest’anno, per la prima volta alla Bicocca sono rimasti posti vuoti, il turn-over non basta a rimpiazzare chi va in pensione. Ma non è la sola professione a marcata presenza femminile. Ci sono tante possibilità fra le quali educatrici, tecniche di laboratorio per cui spero che sempre più signore decidano di lavorare con noi".

L’Azienda trainata dalle donne "è un dato in controtendenza rispetto ad alcuni settori ancora troppo a impronta maschile – dice Guido Grigaffini, direttore socio-sanitario dell’Asst – L’universo femminile porta indubbi vantaggi: sprint, idee, cambiamento. Nel pubblico non c’è differenza di stipendio con gli uomini, anche questo è un esempio di inclusione. C’è la gestione complessa della maternità, ma è una ricchezza per tutti. Tante imprese sbandierano politiche per ridurre il gender gap, noi, senza saperlo, facciamo tanto ogni giorno".