
Felice Pirola aprì una piccola attività nel 1943 in via Zucchi a Monza. Il nipote Federico continua la tradizione: "Soluzioni uniche per ogni paziente".
Ortopedia Pirola, una storia di famiglia dal 1943, dai bustini di stoffa agli arti bionici. Nei giorni scorsi l’azienda monzese di servizi ortesici e protesici ha ricevuto il riconoscimento regionale di “Attività storica“. La denominazione risale al 1943, ma il fondatore Felice Pirola, monzese “doc“ classe 1913, ha cominciato a occuparsi di ortopedia molto prima. Dopo il diploma commerciale Felice diserta infatti l’azienda paterna, un negozio di sanitari, gomma e affini in via Vittorio Emanuele, e nel 1930 trova lavoro come apprendista nell’Ortopedia Augusto Lollini, officina ortopedica fornitrice dell’Istituto Santa Corona di Milano. Dovendo aprire un’altra officina a Pietra Ligure, la ditta assume Pirola come responsabile della formazione del personale, in qualità di meccanico ortopedico ed ernista. Lavora gomito a gomito con chirurghi ortopedici di fama e solo la chiamata alle armi lo riporta a Monza nel 1940.
Sotto le bombe, nel 1942, nonno Felice registra la sua azienda di Monza, in via Zucchi 35, angolo via Manzoni, alla Camera delle corporazioni, per aprire i battenti nel 1943. Comincia con un piccolo laboratorio di busti, corsetti semirigidi e pancere di stoffa, all’interno del cortile del palazzo, con la futura moglie Giuseppina come commessa e una bustaia. La location è ideale, al capolinea di tutti i tram che arrivano dalla Brianza. Essendo l’unica attività del settore sul territorio con un tecnico ortopedico diplomato, il lavoro cresce e l’azienda collabora con tutti gli ospedali della Brianza. Tanto che nel dopoguerra bisogna spostare in via Volta angolo via Bianchi il laboratorio, per l’aumentata mole di lavoro, e nel 1954, aprire una succursale a Lissone. Poi il trasferimento in via Zucchi al 44 con magazzino e laboratorio, dove lavoravano sei cucitrici, una maestra e quattro commesse, due per il reparto sanitari e due per i busti e l’intimo.
Pirola è molto attivo anche a livello sindacale, diventando presidente di una delle prime associazioni di categoria e spendendosi per attivare all’Istituto Galileo Galilei di Milano, nel 1958, i primi corsi per il diploma di meccanico ortopedico ed ernista, fornendo di tasca propria i fondi per materiali e attrezzature. Al suo fianco la moglie Giuseppina, dal 1967 la figlia Luisa e dal 1973, dopo il diploma di perito tecnico, anche il figlio Mario, che frequenta i corsi per tecnico ortopedico. Il laboratorio di via Manzoni viene abbandonato nel 1975 per il negozio in via Zucchi 42, che da lì in poi funzionerà da esposizione e laboratorio ortopedico per il confezionamento di calzature ortopediche per bambini e adulti, plantari, tutori per il tronco, arti superiori e inferiori e tutori per la scoliosi. Nel 1982 il passaggio di testimone da Felice al figlio Mario. Intanto nel 1981 il Ministero della Sanità ha promulgato la legge per l’assistenza sanitaria agli invalidi civili, che prevede la fornitura gratuita di presìdi, ausili e ortesi a questi pazienti, superando il sistema mutualistico. Si inseriscono nuovi ausili, nuovi macchinari per la lavorazione di materiali innovativi, dal titanio al carbonio, a resine di vario tipo.
Nel 2007 Federico, figlio di Mario, ingegnere gestionale, entra in azienda dopo una tesi dedicata al mondo degli ausili per disabili, a cui segue una seconda laurea in tecniche ortopediche. "L’unicità del paziente richiede soluzioni uniche e quindi l’intero sistema produttivo deve essere adeguato - racconta Federico, titolare di terza generazione -. Siamo passati dal prodotto di massa a quello studiato ad hoc sul singolo paziente". Federico si prende cura delle adolescenti a cui è stato imposto il busto per la scoliosi, come dell’ex atleta di motocross per cui costruisce braccia e gambe bioniche, o piedi in carbonio per amputati, con l’aiuto di quattro tecnici ortopedici laureati e un operaio specializzato. Segue personalmente i pazienti, prendendosi cura anche della loro storia e instaurando amicizie fraterne.