Disastro Lombarda Petroli, il Ministero batte cassa

Un buco da 25 milioni di euro per la fallita azienda oggi in liquidazione Chiesti quasi 6 milioni per le bonifiche causate dallo scempio ambientale

La Lombarda Petroli

La Lombarda Petroli

Monza, 17 ottobre 2019 - Un ‘buco’ da 25 milioni di euro per la fallita Lombarda Petroli, ora in liquidazione, di cui 6 milioni chiesti da ministero per l’Ambiente e (in piccola parte) dall’Agenzia interregionale per il fiume Po per le bonifiche causate dallo scempio ambientale. E la curatela del fallimento fa ricorso al Tar contro il nuovo Pgt di Villasanta che destina l’area inquinata a terziario e logistica sostenendo che, tolta la destinazione a residenziale e grande distribuzione, non si ricaverà abbastanza per pagare i creditori. Ieri si è chiusa al Tribunale fallimentare di Monza l’ultima udienza sullo stato passivo della ex raffineria di Villasanta da cui, la notte del 22 febbraio 2010, vennero sversate quasi 3mila tonnellate di gasolio e olii combustibili, che dal fiume Lambro finirono fino al delta del Po. Tra i creditori si sono insinuati anche l’Avvocatura dello Stato per il ministero per l’Ambiente e anche l’Aipo, Agenzia interregionale per il fiume Po, per un totale di circa 6 milioni di euro, pari ai costi delle bonifiche dei danni ambientali causati dal disastro ecologico.

Ora, a quasi 10 anni dai fatti, per la società dichiarata fallita nel 2017 e in liquidazione, sono partite le vendite all’asta giudiziaria di piccoli lotti, come ad esempio un immobile industriale a rustico all’interno di Ecocity, l’area dell’Immobiliare Villasanta di Addamiano Group che ha realizzato parte della bonifica del suolo e parte dei capannoni industriali prima di chiudere i battenti. Ma il nervo ancora scoperto riguarda l’area dell’ex Lombarda Petroli, dopo che lo scorso marzo il Comune di Villasanta ha varato il nuovo Piano di governo del territorio, con le aree ex Lombarda Petroli/Ecocity ora vietate a case e a grande distribuzione. La curatela del fallimento di Lombarda Petroli ha fatto ricorso al Tar. «Il mantenimento di questa limitata possibilità edificatoria condurrà l’area a uno stallo di invendibilità, non consentendo ingiustamente il regolare prosieguo delle attività di liquidazione del fallimento e di coprire i costi della bonifica», sostiene la curatrice fallimentare nominata dal Tribunale, Elisabetta Brugnoni. Il sindaco di Villasanta Luca Ornago, seppur preoccupato per l’incognita bonifica, resta convinto che «non è più quella residenziale la vocazione di quell’area, bensì quella industriale, ma più moderna, aperta al terziario e al logistico, in una zona che ha già molte aziende presenti».