GUALFRIDO GALIMBERTI
Cronaca

L’omaggio al genio di Terragni Uno scaffale alla “Medateca”

L’idea della città natale a 80 anni dalla scomparsa dell’architetto maestro del design di interni

L’omaggio al genio di Terragni Uno scaffale alla “Medateca”

di Gualfrido Galimberti

È tra i medesi che più hanno contribuito a diffondere il nome della città nel mondo. L’architetto Giuseppe Terragni viene oggi ricordato dall’amministrazione comunale con uno scaffale tematico nella Medateca. La data è tutt’altro che casuale: si tratta dell’ottantesimo anniversario dalla sua scomparsa, avvenuta a Como nel 1943 a soli 39 anni di età. Pochissimi, ma più che sufficienti per lasciare un segno indelebile nel mondo dell’architettura. È con lui infatti che nasce quello che viene definito l’interior design italiano, quella capacità di coniugare le forme e gli spazi con gli interni, esportato e apprezzato in tutto il mondo. Terragni era nato a Meda il 18 aprile 1904. Per lui una carriera scolastica a Como, per arrivare a trasferirsi infine al Politecnico di Milano, a quei tempi noto come Scuola Superiore di Architettura con sede nel Regio istituto tecnico superiore. La laurea nel 1926 insieme a pochi altri sei ’eletti?. Nasce così il Gruppo 7 con un obiettivo ambizioso: portare in Italia le lezioni del Movimento Moderno Europeo. Insieme al fratello Attilio, ingegnere, nel 1927 apre lo studio a Como e progetta il suo primo edificio residenziale: il Novocomum, a tutt’oggi ammirato dagli addetti ai lavori e replicato sulle riviste di architettura. Il primo di una lunga serie, con lavori realizzati soprattutto a Como (tra ville, l’Albergo Posta, monumenti e la Casa del Fascio) e provincia, ma anche Milano, sempre guidato dalla volontà di tradurre in architettura quelle che a suo modo di vedere erano le caratteristiche del fascismo. Malgrado i pochi anni di attività sono tanti lavori che portano la sua firma. Sono però davvero pochi i segni lasciati nella sua terra, la Brianza.

Uno su tutti ci riconduce a lui, per il nome e per la notorietà: quel Palazzo Terragni di Lissone, ex Casa del Fascio, ancora oggi punto centrale nella vita della città. Tappa importante della carriera di Terragni, nel 1928, l’Esposizione italiana di architettura razionale, settore in cui diventerà in breve un vero e proprio punto di riferimento, perfino massimo esponente a detta di molti. A tal punto da fondare la rivista “Quadrante“ nel 1933 (mensile di arte, lettere e vita, aperto fino al 1936). Nel 1941 l’arruolamento nell’esercito e la partenza per la guerra. Tornerà provato, nel fisico, nell’animo e nella mente. Morirà il 19 luglio 1943 a Como per una trombosi fulminante mentre è a casa della fidanzata.

"Pensare a Giuseppe Terragni – afferma Fabio Mariani, assessore alla Cultura – significa, per Meda, ricordare un grande professionista capace di aver cambiato il modo di progettare; un ambito che la caratterizza ancora oggi e a cui appartengono alcuni tra i più grandi nomi del design italiano".

L’amministrazione comunale, proprio per ricordare uno dei figli più illustri della città, ha deciso di allestire uno spazio di libri in Medateca dedicato esclusivamente a lui, per ricordarlo nell’anniversario della scomparsa e contribuire alla conoscenza della sua arte e della sua persona.