Lissone, nell’ormai ex Città del Mobile resistono soltanto gli artigiani del lusso

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Una volta, accanto alla miriade di botteghe e di negozi artigiani sparsi sul territorio, assieme alle grandi ditte e agli studi di progettisti, c’erano pure i grossi marchi riconoscibili, come il Palazzo del Mobile e Progetto Lissone. Oggi resiste e spesso ancora prospera un tessuto diffuso di decine di realtà medie e piccole, a volte molto specializzate, che viaggiano soprattutto in modo individuale, trovando momenti di unità in occasione di grandi eventi di settore come il FuoriSalone collegato al Salone del Mobile di Milano. È lì, principalmente, che adesso si vede ancora il ruolo di Città del Mobile di cui Lissone si fregia da un paio di secoli, testimoniata pure nei libri di storici e scrittori come Cesare Cantù e da Carlo Emilio Gadda ne “L’Adalgisa“, con la sua “stansa de Lissòn“. A tenere alta la bandiera, ormai da anni, sono le imprese maggiormente legate alla realtà del design, eccellenze che esportano in tutto il mondo pezzi che raccontano il saper fare e la creatività. Non esistono invece più quelli che per lungo tempo sono stati i nomi collettivi dell’attività mobiliera lissonese. Il celebre Palazzo del Mobile, il Centofirme come veniva anche chiamato, è stato per 50 anni il simbolo locale della produzione del legno-arredo: inutilizzato da anni, è stato acquistato dall’imprenditore brianzolo Sergio Longoni, patron dei marchi DF Sport Specialist e Bicimania, per trasformarlo in un grande Polo dello Sport. Rimangono invece solo il ricordo e le realizzazioni di ciò che è stato Progetto Lissone, società per azioni mista pubblico-privato che per 16 anni, da fine anni ‘90 al 2013-2014, ha riunito fino a 250 artigiani, architetti e designer locali del settore del legno e dell’arredamento, portando in giro per l’Italia e per il mondo il brand Lissone, con l’allestimento degli interni di biblioteche, alberghi, ostelli, uffici, ospedali, sale universitarie e musei, lasciando traccia di sé in luoghi come la Reggia di Venaria Reale, il Museo Guggenheim di Venezia, il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano e la prestigiosa biblioteca regionale di Aosta.

Un’istituzione storica e preziosa tuttora attiva in città, accessibile su appuntamento, è la Biblioteca del Mobile dell’Arredamento, collocata all’interno dell’edificio della biblioteca civica di piazza IV Novembre: un patrimonio unico nel suo genere in Italia e forse in Europa, nata più di 80 anni fa, viene utilizzata da studenti, appassionati e tecnici. Raccoglie migliaia di opere sulla storia del mobile nei secoli e nel mondo, sui vari stili, sulla produzione degli arredi, sul design, sull’economia del settore, ma anche sull’architettura e l’urbanistica, accanto a circa 300 volumi considerati pezzi rari da bibliofili e antiquari, a riviste che in alcuni casi risalgono all’inizio del ‘900, a disegni d’epoca e a centinaia di tavole originali a colori di mobii e arredi d’interni.

Fabio Luongo