CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Metro lilla M5 a Monza, i cittadini: “Scomoda per i quartieri e scollegata dalla ferrovia. Progetto da rifare”

Il Gruppo mobilità di Monza e Brianza fa le pulci al tracciato da Bignami alla città. Nel mirino soprattutto il deposito al Casignolo e le fermate al Polo istituzionale e al Parco

Sono ripartiti i lavori per il prolungamento della metro lilla

Sono ripartiti i lavori per il prolungamento della metro lilla

Il progetto per il prolungamento della M5 Milano Bignami-Monza? Altro che panacea di tutti i mali del traffico: in realtà è anti-ecologico, scomodo per i quartieri, scollegato dalle linee ferroviare, quindi tutto da rifare, o da evitare, puntando sul potenziamento delle ferrovie.

Lo dice il Gruppo Mobilità di Monza e Brianza, composto da tre ingegneri e due architetti, espressione dei comitati cittadini, che ha presentato le sue osservazioni al Comune, chiedendo di portarle alla conferenza regionale dei servizi. Le osservazioni erano già state presentate il 26 febbraio 2023 a Regione Lombardia, ma mai ascoltate. Il progetto, come fa notare il pool di tecnici, è il primo concreto presentato da MM spa alle amministrazioni locali e alla collettività. Per 1.265 milioni non è "blindato, anzi può essere modificato, essendo in contrasto con il Pgt del Comune e tutti i piani ambientali di Provincia e Regione. La Valutazione di compatibilità ambientale (Via) è il primo titolo necessario per la realizzazione ed è preliminare".

I tecnici cittadini chiedono di rilocalizzare il deposito officina non al Casignolo ma ai siti industriali dismessi ex Philips e Diefenbach (per non distruggere 20 ettari di un’area agricola che dà respiro a San Rocco), con un ridisegno complessivo della zona tra viale Campania, via Borgazzi, a cavallo di via Philips, prevedendo area verde e percorsi ciclopedonali intorno.

Chiedono lo spostamento del tracciato e della fermata Campania il più possibile verso la rotatoria di San Fruttuoso, per servire meglio il quartiere e la parte ovest di Triante. Dall’altra parte, San Rocco può essere servito da una futura fermata del servizio ferroviario regionale. In alternativa, il deposito potrebbe trovare posto oltre il capolinea ovest di Milano, utilizzando parte del sito ex Acciaierie Falck di Sesto San Giovanni, a meno di 2 chilometri e in buona parte già bonificato.

Il capolinea al Polo istituzionale sarebbe tra gli edifici della Provincia, della Regione, la Prefettura e la Questura, luogo di afflusso limitato di pubblico, senza un’agevole viabilità, equidistante tra i due importanti assi stradali di via Lario (SS527) e viale Elvezia/svincolo della SS36, senza servire nessuno dei due. Sarebbe più funzionale arretrare il capolinea al punto di incrocio del tracciato di M5 con viale Elvezia e la ferrovia Milano-Chiasso: una riduzione del tracciato di circa 350 metri, lasciando invariate le caratteristiche dei manufatti.

E ancora: il progetto MM5 non dialoga con la ferrovia, ignorando la tratta Milano-Monza-Seregno- Como - Chiasso (linea S11), con la diramazione per Saronno (linea S9). In affiancamento a viale Elvezia passa in trincea la ferrovia Milano-Chiasso, che è impossibile da ignorare nell’ottica di un futuro interscambio, tramite la creazione di una fermata ferroviaria di Monza Ovest in analogia a quanto è in corso per Monza Est lungo la Milano-Tirano. Viale Elvezia è un’ampia arteria a doppia carreggiata con piste ciclabili e spazio in banchina; le autolinee lo raggiungono agevolmente deviando lungo via Valle del Curone, ed è anche sede di diverse attività, tra cui un importante centro diagnostico convenzionato SSN che attrae molto pubblico.

Per completare il quadro, sopra la ferrovia ci sono una connessione ciclopedonale ed una stradale a fianco del popoloso quartiere Cazzaniga. Sempre in ottica di sinergia con la linea ferroviaria regionale, occorre che sia verificato e adeguato il progetto della fermata alla stazione di Monza FS, per migliorare il passaggio dal treno alla metro. Quanto al tratto Boschetti/Villa Reale/Parco, la prospettata fermata interferisce pesantemente con il Parco, prevedendo anche l’arretramento della recinzione. Occorre a questo proposito sapere cosa ne dice il Consorzio di gestione e la Soprintendenza.

Nello stesso tratto, poco più a sud, occorre approfondire le connessioni tra la M5 e la rete viabilistica, interrando via Boccaccio, come si dice da decenni, ricreando la continuità tra i Boschetti Reali e i Giardini della Reggia. La linea della M5 va collocata a profondità tale da consentire l’incrocio con la via Boccaccio interrata.