Terzo capitolo dell’annosa questione dei licenziamenti alla Vefer di Lissone, la grande impresa di produzione di poliuretani per le imbottiture di divani e materassi. Dopo il fallimento di poco più di un anno fa della cooperativa con 65 dipendenti che aveva in appalto i servizi di logistica e movimentazione dei magazzini, e dopo il loro licenziamento (solo 25 sono stati poi reimpiegati in un’altra cooperativa), ieri è arrivata la terza udienza del processo che il sindacato Cub trasporti ha deciso di promuovere contro l’azienda per cercare di salvare i restanti 40 posti di lavoro. Il giudice, dopo aver pensato a una conciliazione proponendo all’azienda il pagamento di un indennizzo come forma di risarcimento – che l’azienda ha rifiutato – ora ha deciso di avanzare un’ulteriore proposta di indennizzo, ma questa volta meno onerosa, rispetto cui l’azienda ha un mese di tempo per decidere. "Una cifra di 5 mila euro a lavoratore che non ci lascia soddisfatti - ha commentato il sindacalista della Cub Trasporti Maurizio Fratus - al punto da augurarci che l’azienda non accetti e si vada a dibattimento". Davanti alla sede del tribunale in via Vittorio Emanuele a manifestare c’erano una quarantina di ex lavoratori esterni ed ex dipendenti della cooperativa. "Nell’ottobre 2022 la cooperativa è fallita e da parte di Vefer non si è dato vita a un subappalto che avrebbe potuto salvare i posti di lavoro - ha rimarcato Fratus -. L’azienda per abbassare i costi del lavoro ha prima disdetto l’appalto e ha preferito rivolgersi a un’agenzia interinale. Poi ha fatto passare 4 mesi per non avere l’obbligo di riassumere i lavoratori licenziati alle stesse condizioni e ha aperto un nuovo appalto assegnato a un’altra cooperativa, la quale ha assunto solo 25 dei 65 lavoratori licenziati. La nostra richiesta è la riassunzione diretta da parte dei lavoratori".
Alessandro Salemi