
Enrico Dalceri, 57 anni, stilista e attore, sotto in scena con Teresa e Giovanni
Monza, 25 aprile 2020 - Un giorno a settimana si attaccano al telefono e iniziano a chiamare. A casa dei loro fan più anziani. Per farsi quattro risate, scambiare qualche battuta impersonando al telefono i personaggi che li hanno resi celebri. E tante volte per raccogliere gli sfoghi di persone isolate, sole, “che ci raccontano un pezzo del loro vissuto, come vivono il coronavirus, e i ricordi che affiorano in questi giorni alla loro mente.
Teresa (Antonio Provasio, ndr ), Giovanni (Lorenzo Cordara, ndr ), Mabilia (Enrico Dalceri, ndr ), i personaggi cardine di una delle compagnie teatrali dialettali più longeve e amate - I Legnanesi - hanno pensato di far compagnia così ai loro “senior-fan”, impossibilitati ad andarli ad applaudire dal vivo. Enrico Dalceri non perde la sua carica di energia neppure in questo periodo così cupo. "In questo momento difficile abbiamo pensato di dedicare un po’ di tempo ai nostri tanti fan chiusi in casa. E allora abbiamo dato la possibilità sulla nostra pagina Facebook di scrivere e prenotare una telefonata per il nonno, la nonna o un parente anziano, dando loro un po’ di conforto. E così, un giorno a settimana, richiamiamo alcuni di coloro che ci hanno cercato. E ci raccontano la loro vita e cosa hanno patito ai tempi della guerra. Beh, a volte ci commuoviamo e non si riesce a mettere giù il telefono…".
Come si fa a sorridere di questi tempi? "Guardando i Dvd dei Legnanesi (eh eh)… oppure chiamando mamma o i parenti che ti raccontano sempre le loro avventure di oggi e di ieri: chi ha vissuto una guerra ha affrontato situazioni ben più pesanti".
È molto legato alle sue radici… "Ormai da qualche anno vivo a Milano, ma sono rimasto sempre molto legato a Monza, ho ricordi indelebili vissuti lì e ho ancora amici che vedo tuttora. Ci sono nato e cresciuto, i miei genitori avevano un’attività commerciale. La mia mamma Pina vive ancora a Monza, da sola, ma ha bisogno di aiuto: e così mi occupo di farle la spesa e di portargliela, assieme alle medicine. Così non è tentata di uscire. Le ho anche comprato un telefono nuovo, le ho insegnato a fare le videochiamate, così possiamo vederci tutti i giorni. Per il resto, a casa ho due cani di cui occuparmi. Un bulldog francese e uno spinone italiano, presi rigorosamente in canile".
Insomma, una vita abbastanza impegnativa. "Non mi annoio, ho trovato tanti piccoli impegni e ho scoperto che stare a casa non è poi tanto male, ci sono i tuoi ricordi, a volte mi ritrovo a tirare fuori qualche vecchia foto o ritaglio di giornale con cui fantasticare sul tempo passato".
Aveva cambiato vita da poco. « Da meno di un anno, da quando avevo deciso di lasciare quello che per trentatré anni era stato il mio lavoro di stilista e dirigente in un’azienda diventata la mia seconda famiglia".
Per conto di una delle più grandi case di moda: Armani. "A 57 anni, ho deciso di dare un taglio al passato e di fare solo teatro. Sino ad allora mi ero sempre diviso, di giorno in ufficio, e di sera sui palcoscenici con i Legnanesi. È stata un scelta dura, da Armani lasciavo una famiglia, ci ero entrato a 23 anni, ricordo ancora quando da ragazzo si lavorava in circa dieci persone nell’ufficio stilistico col signor Armani sempre presente. Era meraviglioso, un sogno che tutti vorrebbero vivere. E adesso guardi cosa doveva capitare (ride ): scelgo il teatro e arriva questa pandemia a chiuderceli tutti".
Come sono diventate le sue giornate? "Ho sempre avuto due lavori, un mucchio di cose da fare, una vita movimentata di grande stress, quante volte mi ritrovavo a mangiare un panino in auto tra l’ufficio e il teatro prima di andare in scena. E ora? All’improvviso non ho più nulla da fare, sembra di vivere in una bolla d’aria, irreale. Noi attori poi siamo molto sensibili ai rumori: uscire di casa e sentire tutto questo silenzio mette i brividi".
Come si reagisce? "Mi metto davanti sempre tanti obiettivi, giorno per giorno. Lavoro al computer per studiare le musiche, le scenografie, i costumi, le idee per il nuovo spettacolo che sono sicuro un giorno si farà (Dalceri, forte della sua esperienza nel mondo della moda, si occupa da anni di questi aspetti per gli spettacoli dei Legnanesi, ndr )".
E poi? "Per la prima volta nella mia vita ho il tempo di dedicarmi al mio fisico, e così ogni giorno faccio ginnastica, tapis roulant, esercizi al corpo libero… non per diventare una statua… i miracoli non esistono, ma per tonificarmi un po’. E penso anche a cosa mangiare".
In che senso? "Ho iniziato a spadellare e cerco di inventarmi ricette nuove e salutari ogni giorno".
Non c’è solo il fisico… "Finalmente mi dedico di più agli affetti, la cosa primaria della vita. Per tanto tempo mi ero trovato a doverli trascurare, sto recuperando – al telefono - rapporti di amicizia a cui avevo concesso meno tempo di quanto desiderassi".
Le manca il teatro? "Ovviamente stiamo vivendo tutti uno stop lavorativo a cui non eravamo abituati e ne approfittiamo per cercare di costruire progetti per la nuova stagione. La febbre da palcoscenico però manca, mancano il pubblico, le sue risate sane, e le risate nei camerini, i confronti con i colleghi. Mi manca la Mabilia, che mi consentiva di uscire dalla realtà per quelle due o tre ore al giorno, uno sfogo".
Può finire tutto così? "No. Non voglio fare polemica, stanno pensando a come far ripartire tutti i settori della società, ma sembra che nessuno pensi che anche il mondo dello spettacolo deve ripartire, è necessario. Mai come ora è importante: l’arte, la cultura, lo spettacolo sono necessari quasi come andare a fare la spesa".
Cibo per l’anima? "Proprio così. Posso fare un appello?".
Prego. "Ricordatevi che dietro un attore c’è un mondo che lavora per permettergli di andare in scena, ci sono registi, tecnici, sarte, macchinisti, facchini, hostess, maschere, personale dei bar o addetti delle pulizie… c’è un’intera filiera dietro che consente di andare in scena. Fateci sapere quando potremo tornare al lavoro, ma mi raccomando: ditecelo con sufficiente anticipo, così riusciremo a prepararci".
Intanto i Legnanesi non si fermano. "Antonio Provasio (regista, autore e Teresa) e la moglie Mitia Del Brocco (autore) stanno scrivendo uno spettacolo tutto nuovo e divertentissimo per la prossima stagione… perché, dopo questo dannato coronavirus, ci sarà tanta voglia di ridere".
Chiudiamo con un sorriso: cosa direbbe oggi la Mabilia? "Forse reagirebbe con una storica frase della Teresa: “Ridiamo, ridiamo, perché ridere fa bene… se non altro, fa sempre meglio di una scatola di supposte!" (ride) .