Le zone d’ombra del lavoro, dagli “stagisti a vita“ agli stipendi fantasma: boom delle vertenze

I dati della Cisl Monza: in un solo anno le liti tra dipendenti e datori sono passate da 680 a 812. Giovani, donne e stranieri le categorie più deboli. Restituiti 3 milioni e mezzo di arretrati.

Le zone d’ombra del lavoro. Dagli “stagisti a vita“ agli stipendi fantasma. Boom delle vertenze

Le zone d’ombra del lavoro. Dagli “stagisti a vita“ agli stipendi fantasma. Boom delle vertenze

Un mondo del lavoro sempre più liquido e senza regole: è ciò che emerge dal report delle vertenze 2023 di Cisl Monza Brianza. Innanzitutto si registra una crescita significativa del numero delle vertenze rispetto al 2022, passate da 680 a 812, pressoché tornate ai livelli pre-Covid. La grande maggioranza - ben 543 - sono per recupero crediti, cioè per problemi legati a salari non corrisposti o a retribuzioni supplementari di vario genere non riconosciute. Notevoli anche quelle per opposizione al licenziamento, 107, e per controllo di buste paga non a regola, 75. Sono in costante aumento, però, anche i lavoratori che denunciano il malessere nei luoghi di lavoro: molti finiscono addirittura in cura da psicologi o psichiatri, e non è raro che gli stessi vengano poi licenziati a seguito di un lungo periodo di malattia. "Tanti lavoratori si dimettono perché denunciano ambienti di lavoro “tossici“ – commenta Antonio Mastroberti, responsabile Ufficio vertenze di Cisl Monza Brianza Lecco –, anche se non sempre le consulenze si trasformano in vertenze, per evitare di affrontare l’iter giudiziario. Dopo la pandemia soprattutto le giovani generazioni sono più sensibili alle condizioni di lavoro e quindi non più disponibili ad accettare trattamenti inopportuni per salvare il posto di lavoro".

"Oggi sono proprio i giovani a vivere una particolare condizione di sfruttamento a causa di contratti sottopagati o precari come stage, tirocini e apprendistati – continua il sindacalista –. Insieme a loro le donne per le disparità salariali che sappiamo e perché più soggette a situazioni di part-time involontario (quando vorrebbero il full time), e ancor peggio gli extracomunitari, spesso vittime di situazioni illegali". Sono soprattutto piccole e medie aziende non sindacalizzate ad essere soggette a vertenze. Come sempre il contenzioso è più diffuso nel settore dei servizi (403 vertenze su 812), nelle aziende artigiane metalmeccaniche (183), nonché nei settori dell’edilizia (75), tessile-chimico (42) e dei trasporti (37). "Due casi tipo tra i più clamorosi sono proprio di queste due ultime categorie – chiarisce Mastroberti –. Ci sono anche in Brianza laboratori clandestini (appalti su subappalti) che lavorano borse e prodotti di brand di lusso, con lavoratori, spesso cinesi, in condizioni di totale sfruttamento. Molto attuale è anche un e-commerce in cui molte volte i fattorini, a metà tra liberi professionisti e dipendenti, si vedono retribuzioni mensili concordate solo verbalmente – prosegue il responsabile –, che poi vengono meno quando il rapporto col datore si incrina. Spesso lavorano 12 ore al giorno e si devono pagare pure il mezzo. Abbiamo riscontrato in generale tantissimo lavoro grigio: in parte in regola, in parte illegale".

In totale l’Ufficio vertenze Cisl Monza Brianza Lecco nel 2023 ha assistito 3.320 lavoratori (1.989 in provincia di Monza Brianza e 1.331 in provincia di Lecco) di cui 1.559 per dimissioni, 812 come detto per vertenze, 533 per conciliazioni, 259 per fallimenti e 157 per consulenze. Tra le dimissionip le cause principali sono, analogamente alle vertenze, per ragioni di natura economica e per chiedere un ambiente di lavoro migliore. Non pochi, comunque, i casi in cui sono avvenute per avere una maggiore conciliazione vita-lavoro o per avere più tempo da dedicare alla famiglia. In provincia di Monza e Brianza, l’Ufficio vertenze Cisl ha recuperato, tra pratiche di fallimento e vertenze, circa 3.670.019 euro nel 2023 per i lavoratori assistiti.