
"La mia Monza? Invece che tenere la musica in sottofondo, metterei frequenze un po’ alte. Quelle degli anni Ottanta. Monza è una città da svegliare. Le servono più musica e colore". Simone Besana è un figlio della Monza degli anni Novanta, ma "farei la firma per essere ventenne negli anni Settanta, allora sì che c’era più libertà. E curiosità". Simone è uno degli artisti che si esibirà al Kernel. E "diciamocelo senza giri di parole: farei molti più Kernel all’anno". S’immagina una città a lieto fine. Dove “l’immaginazione al potere“ non resti soltanto una scritta sui muri. Lui il colore lo mette nella sua musica e nel progetto O.P.S., "una specie di avatar che mi sono creato", dove la ’O’ è una dedica alla figlia Ofelia nata proprio due anni fa insieme con la sua nuova veste musicale. A febbraio uscirà un disco - “Quattro A.M.“ - e al Kernel porterà un pezzo di se stesso con atmosfere "molto italo disco". Sulle sue tracce scorreranno i video realizzati dai ragazzi di AreaOdeon: "Chi verrà assisterà a qualcosa di forte, di grande impatto. E soprattutto di nuovo". Perché "noi ’vecchi’ dj alle mode arriviamo sempre un po’ prima. Adesso vanno tanto gli anni Ottanta, ma tra poco impazzeranno i Novanta, molto alla Depeche Mode".
Del resto la storia fa parte di noi. E "la mia musica racchiude un po’ tutto quello che imparato ad ascolatre fin da quando ero bambino e papà, la domenica mattina, metteva i vinili sul giradischi di casa – racconta Besana –. Come “Fade to grey“ dei Visage. La mia prima consolle sono stati proprio i giradischi di papà. Poi sono arrivati i Cd e le chiavette, molto più comodi da trasportare, ma la passione per i 33 e i 45 giri non mi è mai passata. Non so quanti cachet ho speso direttamente in vinili. E oggi la collezione è arrivata quasi a 10mila".