FABIO LUONGO
Cronaca

Le imprese dal cuore brianzolo. La mobilità a misura di città mette in sella la bike economy

In provincia le aziende del settore sono 43 e danno lavoro complessivamente a 150 addetti. Numeri cresciuti nell’ultimo decennio a dispetto dal trend altalenante della Lombardia.

In provincia le aziende del settore sono 43 e danno lavoro complessivamente a 150 addetti. Numeri cresciuti nell’ultimo decennio a dispetto dal trend altalenante della Lombardia.

In provincia le aziende del settore sono 43 e danno lavoro complessivamente a 150 addetti. Numeri cresciuti nell’ultimo decennio a dispetto dal trend altalenante della Lombardia.

Una realtà in cui si respira ottimismo, partendo dalla constatazione che la mobilità cittadina di oggi e del futuro, e più in generale la vita nei centri urbani, si sposano alla perfezione con questo mezzo di trasporto che ha un passato non piccolo e un avvenire ancora più lungo davanti. Un comparto che sul territorio della Brianza conta diverse imprese e che guarda con fiducia anche ai mercati esteri per consolidarsi e superare magari qualche difficoltà di mercato. La bike economy italiana ha anche un cuore brianzolo. Nella provincia le aziende che operano nel settore delle biciclette, muscolari ed elettriche, sono attualmente 43, di cui 13 attive nella fabbricazione e nel montaggio bici e oltre il doppio (27) nel campo della riparazione. Un paio sono invece impegnate nel ramo del noleggio bici e una in quello della costruzione di parti e accessori. Tutte assieme danno lavoro complessivamente a circa 150 addetti, la stragrande maggioranza dei quali operano in realtà che fabbricano le due ruote, ma una quota significativa la si trova pure nell’ambito delle riparazioni. Numeri stabili da un paio d’anni e cresciuti nell’ultima decade: solo 7 anni fa, nel 2018, le aziende del settore ciclistico in Brianza erano 37, ossia 6 in meno. Dati che segnano, in proporzione, un andamento positivo anche rispetto a Milano e al resto della Lombardia, dove le imprese del settore sono sì molte di più, ma negli ultimi anni si è assistito a cali e riprese nella quantità di ditte attive, con un trend altalenante che non ha intaccato invece il territorio brianzolo, stando ai numeri in possesso dell’ufficio studi della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi.

Intanto 6 di queste aziende monzesi e brianzole del comparto bici, assieme ad altre milanesi, sono state impegnate nei giorni scorsi in colloqui internazionali con imprese estere, in una 4 giorni durante la quale hanno incontrato 7 operatori stranieri del settore, provenienti da Svezia, Danimarca ed Emirati Arabi Unit. Un’esperienza possibile grazie al progetto Bike Economy promosso dalla Camera di Commercio, che in occasione di Eicma, il salone del ciclo e motociclo andato in scena nei padiglioni di Fiera Milano a Rho, ha organizzato insieme a Promos Italia queste giornate di incontri business. Obiettivo dichiarato, favorire l’internazionalizzazione delle aziende locali.

Tra queste Atala, storica impresa che da oltre 100 anni produce biciclette e che ha sede a Monza. Agli incontri a Palazzo Giureconsulti ha partecipato poi la Rms di Seregno, azienda leader nel campo dei ricambi e accessori per biciclette, e-bike, scooter e moto, ma che ha anche un suo marchio per le bici per tutta la famiglia, Myland, mentre la 5R Service & Consulting di Monza, che si occupa di mobilità sostenibile, ha potuto presentare agli operatori stranieri la sua city bike Untouchable, caratterizzata da un particolare antifurto integrato. A destare interesse anche le biciclette leggere in titanio prodotte dalla Passoni di Vimercate, azienda che da 35 anni è impegnata a creare bici di altissima qualità. Riscontri positivi anche per la Bixxis di Seregno, con le sue biciclette artigianali in acciaio e titanio fatte a mano, e per la Fratelli Masciaghi di Monza, che ha nel suo carnet marchi come la “Fausto Coppi“ e la “Girardengo“.

"C’è ottimismo tra le aziende del settore, l’idea diffusa è che la bicicletta ha un futuro nella nuova mobilità cittadina, nonostante sia un mezzo così antico, perché si adatta bene al cambio avvenuto nella mobilità specialmente in ambito urbano – dicono da Camera di Commercio –. Il confronto, l’incontro, i momenti di scambio anche con realtà internazionali servono a trovare nuove soluzioni per continuare a innovare".