"Lavoravamo tutti dal geometra Malaspina"

Parlano come testi a difesa i piccoli imprenditori impegnati nel vivaio del costruttore accusato di bancarotta fraudolenta e reati fiscali

"Il maneggio ad Ornago? Una bella struttura già operativa". C’è chi ha fornito piante ad alto fusto ornamentali per 140mila euro, chi ha sistemato il tetto che perdeva acqua. Piccoli imprenditori chiamati come testimoni della difesa davanti ai giudici del Tribunale di Monza al processo che vede l’immobiliarista del Vimercatese Giuseppe Malaspina imputato di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, false fatturazioni e altri reati fiscali assieme ad avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti e dipendenti ritenuti dai pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo tutti collaboratori assoldati per fare il suo ‘gioco sporco’.

Malaspina respinge invece l’accusa di avere utilizzato una ‘corte dei miracoli’ per tentare di salvare il suo patrimonio immobiliare milionario dal fallimento facendo “carte false”, sostenendo che è stato il crollo del mercato immobiliare a spezzare le gambe al suo gruppo. E nega anche che uno dei sistemi ritenuti truffaldini escogitato dal geometra calabrese sarebbe stato quello di fingere di dover fare lavori per interventi mai o mal eseguiti sulla base di perizie inventate. "Ho fornito piante da abbellimento al maneggio 5-6 anni fa - ha raccontato in aula il titolare di un vivaio di Mariano Comense - Sono venuti dei camion del geometra a prendere gli alberi e io e mio figlio abbiamo seguito i lavori, ma a piantarli erano degli operai che avevano anche i mezzi per fare i buchi nel terreno. Mentre ero nel maneggio, c’erano altri lavori in corso. Ho visto i cavalli nel maneggio, ma non so se c’erano anche avventori". Il titolare di una piccola impresa di lavori edili di Vimercate è venuto a raccontare di avere eseguito un intervento di sistemazione del tetto "dove sotto tenevano i cavalli e c’era anche un bar, che era aperto, c’era gente e anche io andavo a bere il caffè". "Si parla di una decina di anni fa, il tetto era stato fatto male perchè le tegole non erano state agganciate ed erano scivolate tutte. Per il lavoro ho parlato sempre con Giuseppe Malaspina, ma sul posto c’erano anche l’ingegnere Croce e il geometra Ghezzi".

Poi la difesa dell’imprenditore ha chiamato a testimoniare anche il titolare di un’impresa di costruzioni strade poi chiusa. "Ho eseguito lavori per opere di urbanizzazione nei comuni di Correzzana, Lesmo e Camparada per la ‘Costruzioni Sforza’ e altre società di Malaspina dal 2010 al 2015 circa. A noi il lavoro ce lo dava direttamente Malaspina, ma c’erano anche due altri co-lottizzanti che avevano creato problemi e alla fine i lavori si erano arenati". Una questione spiegata meglio dall’architetto che ha seguito questo progetto. "A Correzzana nel 2010-2012 era stato presentato un Piano integrato di intervento per realizzare un intervento edilizio residenziale e di capannoni industriali e come oneri di urbanizzazione il Comune otteneva la ristrutturazione della scuola materna e di alcuni locali comunali dove doveva sorgere anche un ambulatorio medico e un centro polifunzionale. I lavori alla scuola sono stati realizzati spendendo anche di più di quanto previsto, mentre gli altri due interventi non sono stati completati per un contenzioso con i co-lottizzanti".