
L’assessore regionale allo Sviluppo scende in campo dal Tempio dei motori "Solo il 30% delle imprese sarà in grado di riconvertirsi in tempi rapidi. Il 12 settembre presenteremo il caso alla presidente Ursula von der Leyen".
Ultima chiamata per l’industria dell’automotive in Lombardia, in Italia, in Europa. "Non c’è più tempo, servono correttivi subito", ha detto ieri, parlando a margine di uno degli eventi del Gran premio d’Italia, Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo economico e presidente di Ara, Alleanza delle regioni dell’automotive, che raduna 40 regioni di 16 Paesi europei in cui l’automotive è un settore industriale trainante.
"In Italia, tra produttori diretti e indotto, ci sono 50mila imprese di settore, 300mila addetti in tutto, in particolare della componentistica. Sono spesso piccole aziende, ma sono fondamentali per l’economia della nostra regione e del nostro Paese". ha spiegato Guidesi, parlando davanti alla pit-lane dell’Autodromo di Monza, dove l’industria automobilistica mondiale esprime il suo meglio.
"Lancio da qui quello che può essere interpretato come l’ultimo appello per cercare di salvare un patrimonio industriale ed economico enorme per l’Europa. L’automotive ha unito l’Europa prima ancora della UE, perché da sempre in questo settore si fa rete. Ora c’è il rischio concreto che l’Unione Europea si renda responsabile del più grande suicidio industriale della storia", continua l’assessore, che annuncia anche due appuntamenti fondamentali. "Martedì e mercoledì prossimo saremo a Monaco in occasione del Salone dell’auto per fare squadra e portare avanti, finalmente, una strategia comune, anche attraverso un appello diretto al Ppe e alla presidente Von der Leyen, dalla quale ci presenteremo il prossimo 12 settembre a Bruxelles".
Secondo l’assessore regionale il rischio di ricadute sulle attività lombarde di settore è altissimo: "Abbiamo stimato che solo il 30% delle attuali imprese legate all’automotive sarà in grado di riconvertirsi in tempi rapidi per resistere al nuovo scenario. Se non cambiamo velocemente le attuali regole, ce la faranno quelle in grado fornire componentistica utile anche per le auto elettriche e quelle che decideranno invece di cambiare completamente settore".
La richiesta di Ara è quella di una posizione più ragionevole sul fronte della sostenibilità: "Non abbiamo mai detto no all’elettrico e non lo diciamo, ma chiediamo solo di non chiudere le porte a idrogeno, biocarburanti, metano e altri combustibili a basso impatto ambientale, impedendo di fatto alla ricerca e alle università di lavorare su questi fronti che possono aiutarci a bilanciare la sostenibilità ecologica con quella economica", rimarca l’assessore Guidesi.
Quella che si gioca nelle prossime settimane tra Monaco e Bruxelles ha l’aria di essere la partita della sopravvivenza per il settore della produzione automobilistica, e anche per rimarcare l’internazionalità del problema Guidesi ha voluto parlarne in Autodromo a Monza, dove in un modo o nell’altro sono presenti tutte le grandi aziende automobilistiche europee. "In Germania finalmente si stanno rendendo conto del pericolo, di questo passo ci stiamo consegnando consapevolmente all’industria cinese e così al 2035 (scadenza per la commercializzazione delle auto a motore termico,ndr) molte nostre imprese non ci arriveranno nemmeno. Per questo chiediamo un immediato cambio di rotta".