Vimercate, sedia contro la prof. La resa del bullo: "Sono stato io, mi perdoni"

Pressing dei carabinieri e del dirigente dell’istituto. E lui decide di farsi avanti

Continuano le indagini del carabinieri per scoprire i responsabili

Continuano le indagini del carabinieri per scoprire i responsabili

Vimercate (Monza), 14 novembre 2018 - «Non volevo ferire nessuno. Men che meno lei. Ho fatto una cosa stupida. Non era assolutamente mia intenzione farle del male. La prego, mi perdoni». Crolla il responsabile del lancio di sedie al Floriani di Vimercate, dove la professoressa di storia è stata colpita durante una lezione finendo al pronto soccorso. La confessione arriva con la firma su una lettera di scuse consegnata all’insegnante che ieri è tornata in aula dopo la malattia.

La spalla è guarita, «ma il cuore no», ha ripetuto ai colleghi che l’hanno accolta con grande affetto, facendo seguito alle sue prime parole dopo l’aggressione. Il suo ingresso in classe è stato segnato dalla svolta dopo due settimane di pressing sulla terza per elettricisti dove si è consumato l’episodio che ha spinto il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti a chiedere «una punizione esemplare». La vittima si era lamentata del fatto  che neanche un genitore dei suoi alunni le avesse chiesto scusa e ora, invece, stringe tra le mani l’ammissione del colpevole. Parole tanto attese, che potrebbero cambiare le sorti della denuncia. Non è escluso che la ritiri. Il sedicenne si è fatto avanti dopo il faccia a faccia con i carabinieri e con il preside Daniele Zangheri. Lui e si suoi 21 compagni sono stati sentiti in caserma uno a uno come persone informate dei fatti e poi dal dirigente scolastico deciso a fare emergere la verità<WC> una volta per tutte<WC1>, dopo un primo consiglio di classe aperto ai genitori, finito con un buco nell’acqua. L’autore del brutto gesto si era trincerato dietro un muro di silenzio impenetrabile. Poi, qualcosa è cambiato. Nella sua coscienza ha cominciato a farsi strada la consapevolezza che non poteva continuare a tacere, che doveva assumersi le proprie responsabilità.

Una scelta che avrà due risvolti, uno penale l’altro disciplinare. Entrambi tutt’altro che definiti. La Procura dei minori di Milano sta valutando la posizione dell’adolescente alla luce dei riscontri raccolti nel corso dell’indagine, mentre la scuola ha convocato un nuovo consiglio di classe per venerdì. Parteciperà anche la prof ferita. Per pronunciare il "verdetto", i docenti ripartiranno dalla relazione del preside sugli interrogatori ai ragazzi, terminata ieri sera. La forbice fra cui scegliere è ampia, si va dalla sospensione alla bocciatura. Anche se l’ammissione di colpa potrebbe giocare a favore dell’allievo. Dipende da quanto gli insegnanti crederanno «all’aggressione preterintenzionale» con la quale, avrebbe spiegato il ragazzo, voleva solo di farsi bello agli occhi degli amici, «senza averne valutato le conseguenze». Una bravata? Un po’ poco per mettere la parola fine a una vicenda che sabato ha portato in piazza i 720 iscritti del professionale brianzolo per respingere «l’accusa di essere delinquenti che ci è piovuta addosso». «Non gettateci la croce addosso, chi ha sbagliato paghi», hanno scandito in piazza. Sono stati accontentati.