Una candidatura "per far sentire le nostre ragioni sulla libertà del diritto del paziente di essere curato, sulla pace e sul reale impatto dell’uomo sull’ambiente". Ai più il suo volto e il suo cognome ricorderanno in prima battuta quelli del fratello, l’ex senatore e ministro Carlo Giovanardi. Ma lui rivendica una storia umana e politica proprie e una coerenza di valori che, da cattolico e medico, lo ha portato a schierarsi con una formazione cofondata da Marco Rizzo, presidente onorario del Partito Comunista, e da altri movimenti, tra cui Azione Civile di Antonio Ingroia. Per le elezioni suppletive del Senato in Brianza la lista Democrazia Sovrana Popolare ha scelto come candidato Daniele Giovanardi, ex primario del pronto soccorso del Policlinico di Modena, già in lizza nel 2022 in Emilia sempre per Palazzo Madama con Italia Sovrana e Popolare. Ai tempi della pandemia Giovanardi era stato sospeso dall’ordine dei medici per non essersi vaccinato contro il Covid, "ma ora – chiarisce – la sospensione è rientrata", e quindi è a tutti gli effetti nuovamente nell’ordine. "Avevo una controindicazione assoluta, avevo pareri di specialisti importanti che dicevano che rischiavo la trombosi facendo il vaccino – spiega –. Ma il mio caso non rientrava nelle linee guida del ministero". Proprio a questi temi è connessa la candidatura di Giovanardi. "Il mio impegno politico si lega al fatto che il nuovo codice deontologico dei medici ha scritto a chiare lettere che il medico deve essere obbediente, e quindi obbediente anche agli interessi del governo e di Big Pharma, mentre il giuramento di Ippocrate dice che il medico deve fare solo gli interessi del paziente. Se il medico non è più libero di agire in scienza e coscienza è finita la medicina. La candidatura è un palcoscenico per far sentire le nostre ragioni".
"Poi ho le mie sensibilità sul clima – prosegue –. L’uomo con i suoi interventi ha fatto anche cose belle, non solo stupidaggini. Non inquinare è giusto, ma il panico assoluto sul clima non va bene. Io dipingo e conosco bene l’Istituto d’arte di Monza: sono stato sul Lambro a Carate, dove andavano a dipingere i pittori che lì insegnavano, una volta era una zona incantata e bellissima, con i vecchi opifici, oggi è una giungla sommersa dalla vegetazione, a proposito della natura lasciata a se stessa". "Mi trasferirò 20 giorni a Monza, per parlare con le persone, raccontando le cose come stanno-. Andrò a chiedere come hanno passato la pandemia, come si è mosso l’ospedale di Monza. L’intenzione è stare in mezzo ai brianzoli per far conoscere le nostre idee, andando nei mercati, facendo il porta a porta come una volta". F.L.