La voce dei nuovi italiani. Yassin e i suoi compagni: "Ci avete donato la democrazia"

La testimonianza di tre studenti di seconda generazione al Monumento ai caduti: "Qui possiamo vivere con dignità grazie al sacrificio di tanti giovani, ora tocca a noi".

La voce dei nuovi italiani. Yassin e i suoi compagni: "Ci avete donato la democrazia"

La voce dei nuovi italiani. Yassin e i suoi compagni: "Ci avete donato la democrazia"

Yassin ha origini marocchine. La famiglia di Diaa, invece, viene dall’Egitto. Quella di Robert dalla Romania. Sono italiani di seconda generazione. Studiano all’istituto superiore Enzo Ferrari di Monza e ieri, per loro, è stata una giornata speciale. Simbolica. Sul Monumento ai caduti, in piazza Trento e Trieste, hanno portato la loro testimonianza - tra autorità politiche e civili, le associazioni partigiane e quelle combattentistiche e d’arma - in occasione delle celebrazioni del 25 aprile. La festa della Liberazione. Quella libertà per cui "bisogna dire grazie non soltanto all’esercito Alleato, ma anche al popolo italiano – esordisce Diaa El Maghraby –. Nel Comitato di liberazione nazionale sono confluite persone di ogni provenienza politica: comunisti, cattolici, socialisti, liberali, conservatori, tutti accomunati dai valori della libertà e della democrazia. Tra i partigiani cattolici delle Fiamme Verdi, operanti in Lombardia tra il ’43 e il ’45, si affermò il cosiddetto motto del “Ribelle“, pensato da don Giovanni Barbareschi: “Non vi sono liberatori, ma solo uomini che si liberano“".

"La Resistenza partigiana ci ha lasciato in eredità il Paese nel quale viviamo oggi, un Paese dove possiamo vivere con dignità e di cui andare fieri – gli fa seguito Robert Marius Musat –. La libertà che ci è stata donata ha avuto il prezzo del sangue e ora tocca a noi mantenerne viva la fiamma. Concludo questo mio omaggio con una citazione a cui tengo particolarmente, tratta dall’inno nazionale della Romania: “Meglio morire in lotta, in piena gloria, che restare schiavi nella nostra antica Terra!“". "Un ringraziamento a chi ha combattuto, al sacrificio di chi ha reso possibile a noi giovani di vivere sul palco della vita in libertà, senza terrore – dichiara poi al microfono Yassin Es Sabihi –. Con il sacrificio della loro giovinezza hanno illuminato il nostro futuro, mossi dai valori di verità e di giustizia, che hanno lasciato in eredità alle generazioni future".