BARBARA APICELLA
Cronaca

La "Vecchia Monza" chiude dopo 70 anni di dolci

Emilio Caiani abbassa oggi per sempre la saracinesca. Nella sua pasticceria. vip, sportivi e gente comune

La “Vecchia Monza“ chiude dopo 70 anni di dolci

di Barbara Apicella

È rimasta solo un po’ di “ferraglia“: al latte, fondente, a forma di cacciavite, martello, mezzaluna. Nel frigo ancora qualche semifreddo, ma certamente entro stasera sarà tutto finito. Anche l’avventura professionale di Emilio Caiani sta per finire: stasera, 31 gennaio, per l’ultima volta abbasserà la saracinesca della sua pasticceria "Vecchia Monza", uno dei negozi storici di Monza che dal 1951 ha donato momenti di dolcezza a intere generazione di monzesi. Sempre lì, nel cortile di via XX Settembre e il ricordo di Emilio va a quando papà Giulio, che aveva inaugurato l’attività, dava il buongiorno agli operai delle numerose aziende del quartiere San Carlo sfornando croissant e brioche. Poi il 21 giugno 1963 la svolta: l’attività, all’inizio all’ingrosso, si trasforma in un negozio diventando una delle pasticcerie più amate dai monzesi. Tanti i ricordi che si rincorrono nella mente di Emilio che a 68 anni, dopo una vita in mezzo al cioccolato, alle creme, e al pan di spagna, da domani appenderà la "sac à poche" al chiodo.

"Ho deciso di chiudere l’attività perché l’immobile deve essere sottoposto a un importante intervento di restauro – spiega – Sotto il negozio e il laboratorio, sopra gli appartamenti. Anche quando saranno terminati i lavori alla mia età non ho intenzione di rimettermi di nuovo in pista". I suoi affezionati clienti, che anche nelle ultime ore si sono susseguiti per saluti e gli ultimi acquisti, già piangono lacrime amare all’idea di dover rinunciare alle dolcezze di Emilio.

"Sono stati anni intensi. Ho iniziato a lavorare che ero ancora un ragazzo: la teoria appresa sui libri di scuola, poi tanti segreti rubati in laboratorio al mio papà". Tanti i vip e i personaggi dello spettacolo che sono passati nella storica pasticceria monzese. "Anche campioni dello sport, che non rinunciano a un peccato di gola". Emilio è orgoglioso delle sue dolcezze. "Siamo stati i primi trent’anni fa a proporre le ferraglie di cioccolato, quando ancora non c’erano gli stampi. Ci vuole un’ora di lavoro per ogni kg di cioccolato".

E poi le torte, in particolare l’adorato zuccotto. "Siamo stati i primi a proporlo con la ricetta fiorentina fuori dal capoluogo toscano. Era il 1963 quando lo abbiamo prodotto la prima volta: oggi (sabato, ndr) è il primo giorno che manca dai banchi della pasticceria". C’è passione negli occhi di Emilio quando ripercorre una vita in mezzo alle dolcezze, ma anche un pizzico di tristezza. Da domani la sua vita cambierà. "Non so ancora che cosa farò". Magari qualche nuova avventura nel mondo del sociale: Enrico si è sempre messo a disposizione in ogni iniziativa sociale e umanitaria promossa dal team.