BARBARA CALDEROLA
Cronaca

La trasformazione di Agrate. Il vecchio paese agricolo diventato protagonista di un’epopea industriale

Dalla vocazione contadina alle fabbriche, senza mai perdere un forte senso di comunità. Una realtà a misura d’uomo: "Vivere qui è bellissimo, abbiamo tutto a disposizione".

"Ci sono stati anni in cui c’erano più lavoratori che abitanti". Alfredo Bosisio, ex assessore, oggi presidente della Speranza Calcio, dice che non si può parlare di Agrate se non cominciando dalla sua più grossa trasformazione. "Nel ’49, quando sono nato io - racconta - fuori dal mio cortile cominciavano i prati, adesso, c’è una città. Eravamo contadini, poi sono arrivate la fabbriche. Ma viverci è bellissimo: c’è tutto". Fra le avventure imprenditoriali che hanno scritto pagine importanti non solo della storia economica del Paese, ma anche del costume, c’è Star. Un’epopea leggendaria per il doppio brodo legato a doppio filo ad Agrate, anche adesso che il grande sito affacciato sulla Milano-Venezia in parte dismesso verrà riqualificato (salvo lo stabilimento) con progetto in itinere in Comune. Un’operazione che cambierà faccia a un pezzo di centro. Ma l’obiettivo è mantenerlo sempre a misura d’uomo. "Una vocazione per un paesino che negli anni Cinquanta contava 4mila anime – racconta Elio Galbiati, presidente della Combattenti e Reduci -. La mia famiglia vive qui dal Medioevo, custodiamo origine e memoria. Quando ero ragazzo tenevamo le porte di casa aperte, non sapevamo cosa fossero le serrature. Ora non è più possibile, ma Agrate non ha perso il bene più prezioso: il senso di comunità". È la parola che viene ripetuta di più dalle “voci” della città. Ed è quella che affascina tante nuove famiglie. Per loro, ogni anno l’amministrazione organizza una festa di benvenuto. Era successo anche a Erika Michielon, presidente del Consiglio di Istituto. "Ci siamo trasferiti da Melzo nel 2013. La prova sul campo – dice - ha confermato la fama di Agrate: è una grande famiglia allargata. L’avevamo scelta perché eravamo convinti fosse un buon posto dove crescere i figli e oggi posso dire che non ci siamo sbagliati". Forte l’impegno in campo culturale e nella riscoperta delle proprie radici. Più di 20 anni fa ha visto la luce il Fondo della Memoria che custodisce storie da tramandare ai giovani. "È la nostra missione – sottolinea il presidente Vera Cantù – ricordare a tutti come era eravamo prima dell’industrializzazione". La vita nei campi e poi quella in fabbrica, una metamorfosi non solo socio-economica, ma anche culturale. Filosofia che ha anche un’opera simbolo: la nuova piazza inaugurata nel 2023. Un investimento da 3 milioni e 4 anni di cantieri con il Covid di mezzo per rifare il centro e restituire smalto a relazioni che rischiavano di appannarsi in tempi di social. Un volano anche per attività commerciali. "Abbiamo aperto in uno spazio storico – spiega Stefano Mazzei, titolare del Mit Bistrot di via don Minzoni – prima di noi nel corso di 50 anni si sono avvicendati un alimentari, la biblioteca, un discount e una pasticcieria. Un’avventura iniziata un anno e mezzo e gli affari funzionano". Agrate guarda avanti tenendo conto del punto di vista di tutti. È la città che fra le prime ha lanciato il Consiglio dei Giovani e che ogni anno consegna la Costituzione ai neo maggiorenni. È la città che invita protagonisti di oggi per riflettere insieme sulla realtà. Fra gli ospiti, la senatrice Liliana Segre, la scienziata Amalia Ercoli Finzi, Pietro Bartolo, medico di Lampedusa. È la città che nel 1979 disse sì al Colleoni, il quartiere degli affari, dove ancora oggi ci sono più di 200 aziende con 2mila addetti.