Terzo anno di Serie A. Per molti, a Monza, è entusiasmante. Ma restano anche mugugni e perplessità, alimentati dai chiaroscuri di calcio mercato e dai dubbi sul futuro della società, con la Fininvest che sta cercando soci e le voci che impazzano (dall’armatore greco Marinakis alla Red Bull, dall’accordo sfumato con Orienta Capital agli arabi fino fantomatiche cordate texane). Intanto, la tifoseria storica, la curva Davide Pieri, si appresta a festeggiare domani i 30 anni di vita, spesso sui tornanti, fra retrocessioni, fallimenti, banditi trasvestiti da presidenti e trasferte in posti improbabili e lontanissimi. Ma gli ex ragazzi della Sud c’erano sempre. Hanno assistito all’esplosione del tifo con l’avvento della Serie A e allo stesso modo il loro calo in questi mesi. Con l’inizio del campionato, per la prima volta, in Curva Sud non ci sarà il tutto esaurito, ma almeno 200 tessere in meno (i Monza club da 17 sono scesi a 16), anche se dati ufficiali non ce ne sono e la società precisa che i numeri sono in linea. Non si preoccupa Fausto Marchetti, il leader della Sud, "molti compravano per rivendersi le partite, fare il tifoso è un lavoro serio". E non sempre è facile. La squadra a volte è stata prercepita come troppo lontana dai tifosi, l’ultimo episodio la presentazione della squadra non in città ma al ritiro di Ponte di Legno, con la data tra l’altro spostata quando molti avevano già prenotato l’hotel…
Marchetti, ex calciatore delle giovanili e sponsor del Club, incassa e pensa al domani: "Siamo sempre noi, quelle 400 persone che non tradiscono. E sono fiducioso. L’anno scorso la partenza era stata difficile perché avevamo perso giocatori del calibro di Carlos Augusto, Rovella, Sensi… quest’anno ripartiamo più forti, e Sensi è tornato: potrebbe lasciare spazio più avanti a Pessina". E i tifosi? "Vedremo chi sono quelli veri, una prova di maturità". E un ragionamento da assicuratore e imprenditore (la professione di Marchetti): "Lo scorso abbiamo chiuso esattamente in linea con il monte ingaggi, mister Palladino non ha portato nulla di più, ha vinto alcune partite storiche ma ha anche preso altrettante batoste. Nesta sembra più empatico e la piazza ne ha tremendamente bisogno. Il futuro societario ha contribuito a raffreddare gli animi, avrei gradito che per Fininvest il Monza diventasse una chicca del made in Italy ma non è andata così… mi auguro che i figli di Berlusconi siano in brado di onorare la figura del papà garantendo una vendita dignitosa della società".
Giuseppe Ghezzi è un altro di quelli che ci sono sempre stati. Presidente del club Amici del Monza, non ha dubbi: "Siamo in paradiso e sono sempre tranquillo. La squadra non è stata smantellata anche se si spera in qualche ritocco… ma sono convinto che alla fine Adriano nostrom (Galliani, ndr) qualcosa ci regalerà sul mercato… Certo, la piazza si è un po’ raffreddata, leggo che abbiamo perso oltre un migliaio di abbonati. Un peccato, ma il tifoso del Monza è fatto così". Una riflessione arriva da Gigi Giginho Tieri, del Monza Club San Fruttuoso. "Sono un tifoso di vecchia data, seguo il Monza ormai da 50 anni e a tutt’oggi con la squadra in quella A che abbiamo aspettato per tantissimi anni, mi fa male vedere che la campagna abbonamenti non sia lievitata... c’è poco attaccamento ai colori biancorossi. Anche se dovessero coprire curve e tribuna est o alzare curve sarebbe lo stesso, con pochi tifosi al seguito e poco attaccati al territorio... avendo questo bi-fedismo con altre squadre. Monza è forse troppo vicina a Milano, Torino, Bergamo e a molte squadre di C e calcio minore che portano via spettatori... per questo molte volte sono più tifosi avversari mischiati nelle varie tribune con quelli biancorossi". E quindi? "Penso che Società e Comune debbano lavorare di più sulla nuova gioventù, sulle scuole calcio ad invito, sui pacchetti famiglia e over 65 ma anche sulle infrastrutture di collegamento allo stadio con pullman navette dalla stazione e parcheggi gratuiti...(e non multare e far pagare parcheggi e questo è colpa del Comune).. Altrimenti dopo l’enfasi del primo anno sarà sempre così...".