
Al Teatro Manzoni l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Monza e Brianza ha onorato la carriera dei colleghi più esperti e festeggiato i nuovi dottori
Simbolico passaggio di testimone fra i 24 dottori che si sono laureati 50 anni fa e i 104 giovani medici e odontoiatri che hanno conseguito la laurea nel 2024. Ieri al Teatro Manzoni di Monza, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Monza e Brianza-OMCeOMB ha onorato la carriera dei colleghi più esperti e festeggiato i nuovi dottori che hanno prestato il Giuramento di Ippocrate. Ciascuno dei medici di lungo corso ha portato un ricordo della carriera e un consiglio ai giovani neolaureati. "Mi rivolgo ai giovani - l’appello della dottoressa Irene Mottadelli -, sono stata medico di base per tanti anni: seguite l’attività sul territorio. Fare il medico di famiglia non è un ripiego: offre molta soddisfazione e dà modo di esercitare la propria umanità. Dei miei pazienti conoscevo tutto, i problemi professionali e personali. Mi chiedevano consiglio anche per fare o no testamento. Non sono un avvocato, ma loro si fidavano di me. Un giorno venne da me una signora analfabeta e mi chiese di leggerle una lettera, temendo che fossero brutte notizie riguardo al figlio tossicodipendente". Carlo Gaslini invece ha ricordato la sua esperienza di 40 anni come chirurgo plastico e maxillo facciale al San Gerardo di Monza, inizialmente sotto la guida del professor Ernesto Caronni, primario a Monza negli anni ‘80 e ‘90. Ai giovani Gaslini ha raccomandato di non concentrarsi solo sulla chirurgia estetica, ma di prendersi cura delle malformazioni. "Faccio ancora il chirurgo oncodermatologico - ha detto -, mettete da parte l’estetica per il benessere delle persone". Tanti medici “anziani” hanno raccomandato ai colleghi di non dimenticare mai l’aspetto umano della professione, l’empatia e l’accoglienza. Su questa scia anche l’intervento dell’attrice Elisabetta Visconti, che ha rievocato i versi di Emily Dickinson, Wislawa Szymborska, Alda Merini: un vero alfabeto poetico dedicato a una professione che non può basarsi solo su conoscenze e competenze, ma deve nutrirsi di empatia, fiducia, speranza. Come affermava Ippocrate: "Le malattie che sfuggono al cuore divorano il corpo". "Non avrei potuto fare altro nella vita - ha spiegato Fabrizio Sacchetti -. A giovani, dopo tanti anni in sala operatoria e sala parto, dico di perseguire sempre la diagnosi corretta, senza dimenticare empatia, calore umano e partecipazione". Saverio Merola ha ricordato la sua attività di otorino all’ospedale Bassini, Alberto Ricci i suoi 50 anni da oculista, prima all’ospedale Niguarda, poi a Torino, con il professor Fabio Dossi e la sua grande “maestra”, la professoressa Adele Guffanti, celebre oculista monzese. "Siamo lieti di celebrare questa giornata che da sempre è una delle cerimonie più emozionanti del nostro Ordine - afferma Carlo Maria Teruzzi, presidente OMCeOMB -. Una manifestazione dal forte valore simbolico durante la quale i professionisti delle generazioni precedenti e i giovani che si affacciano alla professione si possono confrontare su un’attività caratterizzata da un grande senso di amore per l’uomo. Oggi diamo alla comunità nuovi medici e nuovi odontoiatri, con l’impegno ad agire per garantire a tutti cure adeguate ed accessibili, indipendentemente dallo stato sociale e dalle condizioni economiche".