
Sotto la statua di padre Luigi Monti a Bovisio Masciago, un gruppo di fedeli e di confratelli della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione Luigi Monti fu beatificato il 9 novembre del 2003 da papa Giovanni Paolo II
È una storia di protagonismo giovanile e di persecuzione cristiana quella sugli scaffali delle librerie, raccontata in “Tutti in arresto“, scritta da Olmo Guagnetti, giovane storico di Bovisio Masciago, in cui si narrano i fatti di metà Ottocento che coinvolsero il giovane Luigi Monti, oggi beato, e una quarantina di compagni. La vicenda è praticamente sconosciuta, benché si tratti di un episodio del Risorgimento che vide protagonista una Compagnia accusata di essere una società segreta contraria al governo austro-ungarico allora dominante in Lombardia. A rendere più intrigante il contesto narrato è la denuncia dei giovani da parte del parroco, cosa che portò al loro arresto e alla carcerazione a Desio. Gli antefatti sono questi. Luigi Monti raduna da alcuni anni nel laboratorio di falegname della sua casa di Bovisio Masciago un gruppo di coetanei, sostenuto dal parroco e dall’amico don Luigi Dossi. L’iniziativa si svolge nell’arco di un decennio, ma incontra l’opposizione di alcuni preti coadiutori della zona, che convincono il nuovo parroco a denunciare alla polizia la Compagnia del Sacro Cuore di Gesù, che la gente aveva simpaticamente denominato “dei frati“, a motivo dello spirito di fraternità che animava il gruppo. Siamo in anni difficili, culminati nel Quarantotto con le famose Cinque giornate di Milano.
L’arresto è del 1851, alla vigilia dell’arrivo da Vienna dell’imperatore Francesco Giuseppe. Il clima è politicamente teso e una parte del clero non vedeva di buon occhio l’attività religiosa di quei ragazzi, guidati peraltro da un giovane laico. Della vicenda si interessa anche l’arcivescovo di Milano, monsignor Carlo Romilli, che intercede a favore dei ragazzi presso l’Imperatore giunto in città, ma senza esito: Francesco Giuseppe ritiene che la giustizia debba fare il suo corso. Dopo due mesi e mezzo i 17 arrestati vengono ritenuti innocenti e liberati. "Il libro di Guagnetti – spiega fratel Ruggero Valentini, presidente dell’Associazione Cammino Montiano – riporta integralmente un breve saggio storico sull’episodio scritto dall’avvocato Filippo Meda nel 1933. Nel medesimo anno il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster di Milano benedisse lo stanzone del carcere che aveva accolto i giovani, trasformato in cappella. Il volume costituisce la prima pubblicazione che narra specificamente quei fatti e il loro contesto". La presentazione introduttiva è a cura proprio di Ruggero Valentini, che negli ultimi anni si è dedicato a far conoscere questo frammento di storia. I fatti di Bovisio sono cronaca risorgimentale, tuttavia rappresentano una narrazione di protagonismo dei giovani nella chiesa che può dire qualcosa al giorno d’oggi, in cui si assiste ad un distacco di buona parte del mondo giovanile dalla vita cristiana. Luigi, e altri compagni come lui, uscito dal carcere inizia un percorso di consacrazione laicale che lo porterà a fondare una comunità di religiosi dedicati ai malati e ai ragazzi più fragili, la congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione. E ad essere proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 2003.