La storia al Bar del Centro Da sempre “sul pezzo” e un gelato da leccarsi i baffi

Alla sicurezza del posto in banca Marco Passeri ha preferito l’attività di famiglia. Uno dei caffè più longevi in vetrina col nostro coupon, che oggi vale 10 punti.

La storia al Bar del Centro  Da sempre “sul pezzo”  e un gelato da leccarsi i baffi

La storia al Bar del Centro Da sempre “sul pezzo” e un gelato da leccarsi i baffi

di Gianni Gresio

Era fresco di congedo. Aveva appena terminato il servizio di leva a Udine. A Monza, l’aspettava la possibilità di essere assunto in banca. Un posto che, soprattutto allora, era sinonimo di sicurezza, garanzia di un ottimo stipendio, prospettiva di un’interessante carriera. E, soprattutto, significava fine settimana liberi da impegni lavorativi.

Marco Passeri, classe 1963, ragioniere diplomato al Mosè Bianchi, fece invece un’altra scelta: quella appunto di continuare a lavorare con i genitori nel Bar del Centro. Papà Andrea e mamma Gina avevano iniziato a gestire il locale di piazza Trento e Trieste nel 1977. Nel 1987, alla morte del padre, Marco ne divenne il titolare. E non ha mai recriminato su quella scelta che fece appena conclusa la naja. "In pratica – ricorda – due giorni dopo essere tornato a casa, avrei potuto incominciare a lavorare per un istituto di credito. Ma non ebbi alcun dubbio: volevo svecchiare e rinnovare il locale. La buona volontà non mi è mai mancata. E in questa attività ci ho sempre messo tanta passione, tanta voglia di migliorare". Questa filosofia operativa non è mai venuta meno: il Bar del Centro, giusto per fare un esempio, dal 2005 è aperto sette giorni su sette. E lo stesso ragionier Passeri ha sempre cercato di essere aggiornato: ha seguito un corso da sommelier, ha conseguito due patentini per la produzione del gelato. "Mi occupo di accoglienza – precisa – ma se c’è da fare il gelato, sono pronto".

Il locale di piazza Trento e Trieste 17, del resto, è sempre stato un punto di riferimento per gli abitanti di Monza e per i frequentatori del centro storico in generale. I monzesi meno giovani e dalla buona memoria si ricordano di quando questo locale veniva indicato con il nome di Alemagna, in contrapposizione al Motta, cioè il locale che si trovava in piazza San Paolo, negli spazi sotto i portici ormai occupati da tempo dagli uffici comunali. In realtà, però, il soprannome dato al locale gestito dalla famiglia Passeri era dovuto solo a una piccola insegna con la scritta "Prodotti Alemagna".

In quegli anni, comunque, c’era chi si ritrovava al Motta e chi faceva rotta verso l’Alemagna. Una consuetudine per tanti irrinunciabile, nei giorni festivi e non solo. "Un notevole cambiamento alle abitudini di vita degli italiani – commenta Marco Passeri – è stato causato dall’emergenza sanitaria. Il covid ha cambiato le nostre vite anche sotto quest’aspetto. Ora la gente non va più a bere il caffè al bar come prima. Lo dicono le statistiche nazionali. Ed è cambiata la tipologia di consumo. La gente vuole più di frequente le bevande alcoliche, anche per un fatto di moda".

Il Bar del Centro, intanto, sta al passo con i tempi: i turisti, grazie a un’apposita applicazione, possono infatti lasciare i propri bagagli in deposito nel locale monzese. Che, nel solco della tradizione, è frequentato anche dagli studenti del vicino Liceo Classico Zucchi. "Tanti di questi ragazzi e ragazze – spiega – li ho visti diplomarsi. Alcuni poi tornano qui da laureati, con i figli. In tutti questi anni ho visto la vita di Monza scorrere davanti al mio locale. E la città attuale è, ovviamente, molto diversa da quella di una volta".