ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

La sperimentazione al capolinea, scade la misura anti-malamovida: in bilico il destino degli Street tutor

Ora il Comune di Monza è chiamato a prendere una decisione definitiva: conferma o nuove strategie. Il sindaco Pilotto: "Attendiamo la valutazione della polizia locale e poi ci confronteremo in Giunta".

Termina domani la fase sperimentale degli Street tutor a Monza: il destino della misura resta al momento incerto

Termina domani la fase sperimentale degli Street tutor a Monza: il destino della misura resta al momento incerto

Monza, 1 agosto 2025 – Si chiude domani la fase sperimentale degli Street tutor a Monza - la misura adottata dall’amministrazione comunale per presidiare la movida cittadina - e non si sa se sarà rinnovata.

Otto operatori, suddivisi in due squadre, hanno prestato servizio ogni venerdì e sabato sera, dalle 20 all’una di notte, nelle aree più frequentate del centro, con il compito di prevenire disordini e promuovere il rispetto delle regole nei luoghi pubblici. Ma ora che il periodo di prova si avvia alla conclusione, il destino della misura resta incerto. La questione è approdata in Consiglio comunale, dove il consigliere Paolo Piffer (Civicamente) ha chiesto chiarimenti al sindaco Paolo Pilotto. "Faremo esattamente quanto annunciato prima che esplodesse la polemica – la risposta del primo cittadino –. I fondi stanziati erano sufficienti a garantire un periodo di sperimentazione limitato. Durante questo periodo gli Street tutor hanno inviato una reportistica regolare, consegnata alla polizia locale, all’assessore alla Sicurezza e al sottoscritto. Ora procederemo a una valutazione complessiva: prima tecnica, da parte del comando di polizia locale; poi politica, in Giunta". Gli Street tutor, riconoscibili dalle pettorine con il logo del Comune, non hanno poteri sanzionatori, ma svolgono un ruolo di mediazione e supporto: dialogano con i cittadini, intervengono in situazioni potenzialmente critiche, cercano di stemperare tensioni prima che degenerino. Non si sostituiscono alle forze dell’ordine, ma le affiancano in chiave preventiva. Una figura “ibrida” che però non ha convinto tutti. Sin dall’inizio, infatti, LabMonza - con i suoi due consiglieri Francesco Racioppi e Lorenzo Spedo - ha espresso riserve profonde, preferendo un modello fondato sull’educativa di strada, sul dialogo tra pari e su interventi sociali strutturati. Se non sospeso, la forza politica ha chiesto che il progetto sia profondamente modificato, puntando a una sicurezza più partecipata e orientata alla prevenzione del danno, richiamandosi al programma elettorale.

L’assessore alla Sicurezza Ambrogio Moccia, alla vigilia della decisione da prendere, sembra dare aperture a questa visione. "Dalla reportistica non emergono interventi per episodi di aggressività, ma solo interventi su persone in difficoltà – spiega l’assessore –. Stiamo già valutando un potenziamento delle attività sociali, anche in chiave preventiva. Con LabMonza c’è stata una differenza espressiva, non una contrapposizione. La questione maranza, che è reale, richiede risposte mirate: l’educativa di strada sarà uno dei nostri strumenti".

La questione degli Street tutor è quindi solo la punta dell’iceberg di un dibattito più ampio su come declinare il concetto di “sicurezza urbana” in un contesto sociale complesso come quello di Monza, alle prese con nuovi fenomeni di disagio giovanile. Non secondario è il nodo della coerenza con il programma elettorale. Secondo LabMonza, la presenza degli Street tutor – percepiti come una forma di “guardiania privata” – si porrebbe in contrasto con i princìpi su cui è nata la coalizione. Il sindaco, però, ha respinto questa lettura, ribadendo come il programma non esclude soluzioni di questo tipo. Il primo cittadino ha chiarito come gli Street tutor non siano agenti di polizia, né educatori puri, ma una via intermedia complementare alle altre due. In attesa della valutazione tecnica finale da parte del comando della polizia locale, e del successivo confronto politico in Giunta, resta aperta la domanda se Monza rinnoverà quest’esperienza o si concentrerà sul versante sociale. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se la sperimentazione resterà un episodio isolato o diventerà parte strutturale della strategia del Comune.