MARCO GALVANI
Cronaca

Una eBike per cambiare strada: la seconda occasione dei detenuti

Monza, il progetto di Bosch Italia “Ricomincio da me“: formazione specialistica in meccanica e tecniche di vendita

La seconda occasione dei detenuti. Una eBike per cambiare strada

La seconda occasione dei detenuti. Una eBike per cambiare strada

Monza – Diventare specialista di eBike per rimettersi in carreggiata. Dopo il carcere. Punto e a capo. La vita oltre le sbarre del carcere di Monza grazie a un progetto della Corporate Academy Bosch TEC, la scuola di formazione del gruppo Bosch in Italia nata nel 2002. “Ricomincio da me” è un percorso di responsabilità sociale che porta la formazione all’interno delle carceri italiane, in collaborazione con Seconda Chance, associazione del terzo settore impegnata - con il supporto del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria - nel reinserimento dei detenuti. L’obiettivo è di formare i reclusi su competenze tecniche e trasversali che ne facilitino l’inserimento lavorativo.

Il progetto pilota, avviato con l’aiuto di Gi Group, Homo Faber e LabLaw Studio Legale Rotondi & Partners, e partito dalla casa circondariale di via Sanquirico, si concluderà oggi. Quindici detenuti hanno seguito 82 ore di corso dedicate da un lato all’apprendimento di competenze tecniche per diventare specialista eBike, dall’altro all’acquisizione delle soft skill, come le tecniche di vendita, la crescita personale con sessioni sul cambiamento e il personal branding. L’iniziativa proseguirà nei prossimi mesi nei penitenziari di Como, Torino e Ancona. Perché, come ha sottolineato più volte la direttrice del carcere di Monza, Cosima Buccoliero, "un’occupazione fa bene a tutti". E nell’istituto di Monza agenti e volontari fanno in modo di offrire opportunità di riscatto ai detenuti. In via Sanquirico ci sono un orto, una serra, un laboratorio di falegnameria e di assemblaggio per aziende esterne.

Il carcere di Monza è una piccola “fabbrica“ che, però, avrebbe bisogno di aprirsi maggiormente al territorio. I prodotti dell’orto, ad esempio, non possono essere utilizzati soltanto per il consumo interno all’istituto, ma andrebbero create le condizioni per venderli anche all’esterno. Essere autosufficienti e al tempo stesso stare sul mercato. Approfittando anche delle commesse che arrivano dagli enti pubblici, come per le fioriere commissionate recentemente dal Comune di Villasanta.