
Gli studenti della facoltà di Medicina della Bicocca chiedono più servizi per migliorare la vita in ateneo
"Siamo in un ateneo di eccellenza, ma mancano i servizi". Lo hanno sottolineato i rappresentanti dei dottorandi di primo e secondo anno: "Dalla prossima settimana il bus navetta che dall’ultima fermata di M5 Bignami (viale Zara) porta alla facoltà di Medicina di Monza verrà soppresso. Resta la navetta dalla stazione di Monza con due corse al mattino e due al pomeriggio e nulla negli orari intermedi". Non solo. "Affidarsi al treno non è una garanzia. Quando i collegamenti per Milano Centrale vengono soppressi, e succede spesso, occorre arrangiarsi con mezzi alternativi". Stessi disagi anche per raggiungere lo studentato vicino a piazzale Maciachini (M5 Comasina), "senza navetta da Bignami si impiega un’ora e mezza, con tre mezzi: tempo tolto allo studio". "Io che arrivo da Novara – interviene un ragazzo – impiego due ore". La rettrice Giovanna Iannantuoni e il prorettore Guido Cavaletti hanno accolto il disagio degli studenti e promesso di metterci mano. "Ogn anno – sottolinea Iannantuoni – spendiamo 10 milioni di euro per servizi agli studenti". L’assessore al Welfare del Comune di Monza, Egidio Riva, ha ricordato che rispetto agli autobus i contratti dei trasporti vengono decisi a livello sovraprovinciale. Altrettanto sentito il problema della mancanza di una mensa. Il servizio è stato attivo per qualche anno nell’edificio U18, poi è stato soppresso. Accanto al complesso universitario c’è un solo bar ristorante "Sarà un problema da affrontare – ha osservato Silvano Casazza, direttore generale dell’Irccs San Gerardo –, abbiamo problemi di spazi: negli anni, studenti e specializzandi sono raddoppiati".
Rispetto a servizi e housing, rincara la dose Fulvio Magni, professore di Chimica: "Come ateneo abbiamo una grande attrattiva per gli studenti fuori sede. Ma con una borsa di studio da 1.200 a 1.600 euro non si può sopravvivere a Milano e nemmeno a Monza". Ma il mMinistero della ricerca a maggio ha dato il via a una manifestazione di interesse pubblico/privato che porterà a 21mila nuovi alloggi in Lombardia, di cui 17mila tra Milano e dintorni, quindi anche a Monza. "Il Pnrr ha creato tanti dottorandi – osserva Fabrizio Natali, dottorando in Salute pubblica, 36 anni, di Cernusco – ma quando finiranno i fondi, c’è l’idea di come gestirli? Il mondo del lavoro assorbirà tutti questi specialisti?".
C.B.