"La lingua straniera meglio inserirla già all’asilo nido"

Corsi di inglese a singhiozzo nelle scuole d’infanzia, organizzati ‘per buona volontà’ di dirigenti, docenti e genitori. Alla primaria, una sola ora settimanale di lezione, per lo più frontale. Così chi può iscrive i bambini a corsi privati, che, non a caso, negli ultimi anni hanno visto un vero e proprio boom. "Tanti genitori si informano sui corsi extrascolastici quando i figli iniziano le scuole primarie e si rendono conto che imparano poco o comunque cose a memoria", racconta Elisa Bonzi (nella foto a sinistra), bresciana che insegna inglese ai bambini dagli 0 agli 11 anni utilizzando la metodologia del ‘format narrativo con Hocus & Lotus’ (metodo di educazione al bilinguismo creato dall’Università Sapienza di Roma). "Non dico che alla primaria sia già tardi, ma sicuramente l’ideale sarebbe introdurre già al nido la lingua inglese, che, come tutte le lingue vive, deve essere appresa parlando, attraverso la quotidianità e l’emulazione. Poi dopo si affina la grammatica, ma non può essere quello il punto di partenza, altrimenti non stupiamoci che all’estero sappiano l’inglese meglio di noi".