Da parroco di Forcella a patron della Fondazione “A voce d’e creature”, che dal 2007 in un palazzo confiscato a Napoli strappa alla strada e alla malavita bambini, ragazzi e giovani. Lezione anticamorra per gli studenti delle medie di Lesmo, Villasanta e Vimercate con un testimone d’eccezione: don Luigi Merola sotto scorta per anni. Tutto esaurito al Nuovo di Arcore, per 500 allievi una giornata particolare. A organizzare, Agende Rosse, il movimento fondato da Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino ucciso da un’autobomba di Cosa Nostra nel 1992. Il messaggio del “don” conquista la platea: "Non fatevi rubare il futuro" e inchioda i giovanissimi alla sedia per ore: "Studiate perché potete cambiare la società". Parole che vanno dritte a cuore di tutti. "I professori sono educatori, punti di riferimento, insegnare è una vocazione. Quando si parla di camorra, mafia, inquinamento, il primo responsabile è l’ignoranza. Il vuoto culturale ed educativo fa crescere la malavita. E i ragazzi sono vuoti perché certi genitori non hanno fatto i genitori. E la Chiesa deve riaprire gli oratori, deve rimettere i preti a insegnare nelle scuole. E i preti devono tornare a essere pescatori di uomini. Preti senza orologio, come non ce l’ho io, perché il mio tempo è vostro". Un intervento a ruota libera: la sua vita sotto protezione, i consigli ai prof e alle famiglie, e naturalmente la storia, il presente e il futuro della Fondazione, che ha bisogno anche di sostegno: a fine mattinata la vendita benefica del libro che racconta la straordinaria vicenda dell’ente, 70 copie vendute in pochi minuti. Tanti aneddoti: "Veniteci a trovare, facciamo anche la pizza. Quando aprimmo il laboratorio venne subito l’Asl, e pensare che per anni il boss Brancaccio aveva avuto un leone senza che nessuno dicesse niente". La scorta, partita nel 2004 dopo le intercettazioni, inequivocabili: "Spegnetelo", "Lo facciamo fuori sull’altare". La sensibilizzazione, un’attività per don Merola continua, in giro per l’Italia, sempre senza filtri. La scuola: "Così come è non mi piace. Un ragazzo non può stare ore fermo in un banco. La scuola dovrebbe essere sempre aperta, dare possibilità di ritrovarsi. I giovani dovrebbero essere accompagnati in giro, bisogna dar loro la possibilità di conoscere".
CronacaLa lezione di don Merola. Studiate contro la camorra