REDAZIONE MONZA BRIANZA

La legalità spiegata con un gioco da tavola

Il progetto è nato nelle ore di laboratorio dopo l’incontro con Giovanni Impastato

Un gioco in scatola sotto l’albero, per parlare di legalità. E’ bastato un incontro, di quelli che prendono dentro, allo stomaco, per stimolare la creatività e lo spirito civico. E’ successo così ai ragazzi di 4’ C Design del licea artistico Nanni Valentini che lo scorso anno scolastico, prima del lockdown hanno fatto in tempo ad incontrare Giovanni Impastato, il fratello di Peppino (giornalista e conduttore radiofonico, e attivista, membro di Democrazia proletaria e noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra, a seguito delle quali fu assassinato il 9 maggio 1978).

"Da lì - racconta la professoressa di lettere Laura Riva - con i ragazzi e gli insegnanti di design Daniele Gatti e Gianluca Sacchi abbiamo pensato come proseguire il discorso sulla legalità e sul contrasto alle mafie, declinandolo con le discipline che caratterizzano il corso di studi. Ne è scaturito un lavoro di progettazione di un gioco in scatola che promuove la legalità, stimolando la conoscenza del fenomeno e i suoi sviluppi, la consapevolezza, la denuncia che sconfigge l’omertà". Nel frattempo la classe è diventata la 5’C e i ragazzi ha intrapreso un percorso di progettazione a coppie, lavorando molto virtualmente e realizzando 8 progetti di gioco tutti diversi. L’idea di fondo è quella di un percorso tipo "gioco dell’oca" che il giocatore fa, dall’illegalità alla legalità, dalla cattiva cittadinanza al rispetto delle regole, delle persone e delle istituzioni. Si gioca con i dadi e si risponde a domande che riprendono i temi trattati durante l’incontro con Giovanni Impastato e che si intersecano con le situazioni di vita quodidiana, per ricordare ai giocatori come la legalità rientri in ogni aspetto del vivere civile, dalla richiesta dello scontrino, al pagamento del biglietto dell’autobus.

Nei prossimi giorni i ragazzi incontreranno online i membri dell’Associazione "Libera", a cui illustreranno i loro progetti: modelli e prototipi tridimensionali.

"Nell’era del digitale e delle App - fa osservare la professoressa Riva - gli studenti hanno riscoperto i giochi da tavolo, realizzati in tridimensionale durante le ore di laboratorio ancora possibili in presenza". Cristina Bertolini