
La cancelleria dei giudici di pace apre anche uno sportello dedicato a decreti ingiuntivi e atti di citazione. E iniziano ad allentare il cordone dell’attività in tempi di Covid-19 anche i giudici della sezione famiglia, con un monito agli avvocati di astenersi di inondare il personale di email con richieste di informazione sulle cause da trattare. Il Tribunale di Monza comincia ad aprirsi alla Fase 3 dell’emergenza sanitaria Coronavirus, fissata per la giustizia fino al 31 luglio ma da più parti tra gli addetti ai lavori si invoca un anticipo dei tempi su un più ampio ritorno alla normalità.
I giudici di pace di Monza sono quelli che per primi hanno ricominciato a svolgere le udienze penali e civili, anche se nel rispetto del distanziamento sociale e del ricorso ai dispositivi di protezione individuali. Dall’8 giugno la presidente del Tribunale monzese Laura Cosentini, che coordina l’ufficio dei giudici di pace stanziati tra via Casati e via Borgazzi, ha introdotto nuove disposizioni aggiuntive. "A fronte della situazione sanitaria in essere, che disciplina la parziale ripresa dell’attività giudiziaria, rimettendo ai singoli giudici di pace, in ambito sia civile sia penale, di individuare i procedimenti compatibili con la celebrazione in sede o (per il settore civile) con modalità da remoto, autorizzandosi il rinvio a dopo il 31 luglio di una parte dei procedimenti, tra quelli meno risalenti o la cui istruttoria orale condurrebbe in sede troppe persone" è consentito "pur mantenendo quale prioritaria modalità quella della spedizione a mezzo raccomandata assicurata, il deposito in sede, previo appuntamento, a sportello dedicato alla ricezione di decreti ingiuntivi e atti di citazione".
La presidente della sezione IV Laura Gaggiotti ha invece stilato un documento sulle assegnazioni dei procedimenti in materia di famiglia. "L’emergenza Coronavirus ha comportato un blocco delle ordinarie attività di cancelleria per oltre due mesi e ciò ha comportato un aggravamento della situazione critica in cui già lavoravano le cancellerie per la cronica carenza di personale - sostiene la giudice -. Si sono accumulate decine di procedimenti da assegnare, ma nel contempo devono essere evasi tutti gli incombenti relativi a procedimenti di iscrizione anteriore, con aggravio di attività. Non essendo possibile svolgere tutto in contemporanea si sono dovute necessariamente operare delle scelte, attribuendo priorità alle attività più urgenti".